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A Roma i 60 anni dell'Europa. Tajani: "Ripartire o Ue si spacca"

A 60 anni dai Trattati i leader dell'Ue a Roma. Tajani: "Serve un cambiamento"

A Roma i 60 anni dell'Europa. Tajani: "Ripartire o Ue si spacca"

Ventisette leader europei si sono ritrovati a oggi a Roma, per apporre il loro nome sotto la dichiarazione che arriva a 60 anni dall'idea della prima Europa, quella dei Trattati che furono firmati nella Città eterna. Una presenza politica per cui la città è stata blindata, in preparazione a una massiccia protesta, che potrebbe portare in piazza fino a 30mila persone.

Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, e il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ad accogliere i 27 leader europei a palazzo senatorio, dove è conservato il documento che fu siglato nel 1957 e dove il premier ha ricordato "la tenacia e l’intelligenza dei padri fondatori" e il passaggio da 6 membri a 27 dell'Unione Europea. Uno in meno dopo "la crisi di rigetto" del Regno Unito.

"Il vero messaggio che dobbiamo dare - aggiunge - è che abbiamo imparato la lezione e che l’Unione sceglie di ripartire perché sappiamo imparare dai nostri sbagli".

"Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto in questi 60 anni - ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker -. Firmerò la dichiarazione di oggi con la stessa stilografica che il Lussemburgo ha usato nel 1957 per firmare i Trattati di Roma: ci sono alcune firme che durano nel tempo".

Più preoccupato il commento di Antonio Tajani, presidente del parlamento europeo. "Chiunque abbia vissuto la privazione della libertà sa che la nostra Unione è una conquista preziosa che non va data per scontata", dice, ma parla anche di "crescente disaffezione" e aggiunge: "Servono cambiamenti profondi per dare risposte a chi non trova lavoro o a chi si sente minacciato dal terrorismo. Serve un’Europa concreta, dei fatti".

"La nostra Unione costituisce una garanzia per la democrazia e la solidarietà.

Ho vissuto dietro la Cortina di Ferro dove era vietato anche sognare questi valori", ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.

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