Politica

I 5 stelle contro la Raggi Lei resiste, in arrivo Grillo

Il direttorio: via gli assessori De Dominicis e Muraro La sindaca resiste, il gran capo pronto a correre a Roma

Quattro teste per salvare Virginia Raggi. Il Direttorio del M5S chiede alla sindaca le dimissioni dell'assessora all'Ambiente Paola Muraro, che per un mese e mezzo ha negato di essere indagata dalla Procura di Roma, pur sapendolo e dell'appena nominato assessore al Bilancio Raffaele De Dominicis, al centro delle polemiche per essere stato suggerito alla prima cittadina dall'avvocato Pieremilio Sammarco, fratello del penalista che ha difeso Cesare Previti e Silvio Berlusconi. Ma anche di due fedelissimi troppo chiacchierati e arroganti del suo staff: il vicecapo di gabinetto Raffaele Marra e il capo della segreteria Salvatore Romeo. La Raggi, insomma, per rimanere in sella verrebbe commissariata, «asfaltata» si direbbe a Roma. Anche se lei, ancora nella tarda serata di ieri, non aveva ceduto, anzi: sarebbe stata d'accordo a rinunciare a Marra, a ridimensionare lo stipendio di Romeo, ma non a disfarsi di De Dominicis e Muraro. Insomma: un vero e proprio braccio di ferro che, si dice, costringerà Beppe Grillo in persona a scendere oggi nella Capitale.

L'attacco alla sindaca è maturato nella riunione-fiume alla Camera dei vertici del direttorio. «Risolveremo tutto in quattro e quattr'otto», dice il deputato Danilo Toninelli, arrivando. Ma sono le 10,30 e fino a tarda sera va avanti, in un clima «incandescente», il processo in contumacia (lei rimane in Campidoglio, dove incontra consiglieri e assessori) che rischia di compromettere irreparabilmente l'immagine del M5S. La Raggi ha protetto con il silenzio la sua assessora all'Ambiente, sapendo che era indagata e ora dice di aver informato i dirigenti romani e nazionali, chiamandoli a farle da scudo. Ma è solo l'ultimo errore, dalle provocate dimissioni del capo di gabinetto Carla Raineri, del superassessore al Bilancio Marcello Minenna e dei vertici di Ama e Atac, fino alla scelta di De Dominicis.

Un terremoto, che non è circoscritto al caso Muraro. Quello, certo, è il più clamoroso. Nel Direttorio chi sapeva e chi no che l'assessora fosse indagata, non è chiaro. A Montecitorio, infatti, va di scena una infuriata Paola Taverna. L'esponente del minidirettorio capitolino, con Stefano Vignaroli (sponsor della Muraro), il consigliere regionale Gianluca Perilli e l'europarlamentare Fabio Massimo Castaldo, dopo la notizia dalla Raggi avrebbe mandato una mail ai leader. Alcuni ci sono: Roberto Fico, Carla Ruocco e, per un po', Luigi Di Maio. Alessandro Di Battista sta rientrando a Roma, dopo aver interrotto il tour sul ddl Boschi.

Il premier Matteo Renzi intanto commenta che non ha «mai viste tante bugie tutte insieme», anche «scene indecorose», ma si dice dispiaciuto per i guai della giunta Raggi. Il M5S «non è finito», basta però con la «doppia morale». Come uscire dalla crisi? Nella riunione molti grillini chiedono la testa della Muraro e poi di De Dominicis, ma l'epurazione si allarga a Marra, ispiratore della lettera all'Anac di Cantone sulla nomina della Raineri, che ha portato alla fuga di 5 tecnici e al suo sodale Romeo, che si è triplicato lo stipendio con una delibera illegittima.

Una faccenda che fa infuriare Grillo, per come è stata gestita. I «ragazzi» gli stanno sfasciando il giocattolo, proprio mentre dal Campidoglio sognava di farlo approdare a Palazzo Chigi. Serve un segnale forte di ritorno ai vecchi valori di pulizia. La base, quel «popolo del web» vero padrone del Movimento, insorge sul blog del gran capo lo con commenti rabbiosi, preoccupati, disgustati, sconcertati. Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, sospeso dal M5S e in attesa di verdetto, vuole le dimissioni «in blocco» del direttorio. Roberta Lombardi, uscita dal minidirettorio in polemica con la Raggi, scrive su Fb: «Ammettere gli errori, chiedere scusa, mandare via chi con il M5s non c'entra nulla ». Tra gli assessori, il più critico è quello all'Urbanistica Paolo Berdini. Parla di «malessere profondo» in Comune, pretende che Marra sia ridimensionato. «Il duo Marra-Romeo - spiega la Raineri - ha continuato a gestire il Campidoglio forte della protezione della Raggi e nell'indifferenza degli altri.

Io ero scomoda, un corpo estraneo, un nemico da abbattere».

Commenti