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I blitz degli ecovandali? Danni per 300mila euro

Le bravate di Ultima generazione le paghiamo noi, ripulire i monumenti costa. E inquina pure

I blitz degli ecovandali? Danni per 300mila euro

Una delle principali giustificazioni alle azioni degli eco vandali di Ultima Generazione è che «non fanno male a nessuno» e «non hanno un costo per la collettività». Loro stessi si definiscono «non violenti» ma, se ad oggi in Italia non si sono registrati episodi di violenza come avvenuto in altri paesi europei, lo stesso non si può dire per i costi economici e ambientali a carico dei cittadini. Nonostante la loro propaganda, anche legittimata da una parte della politica (secondo Eleonora Evi dei Verdi, le azioni di Ultima Generazione «non hanno creato nessun danno»), le cose stanno diversamente. Le bravate degli eco teppisti negli ultimi mesi sono infatti costate alle tasche degli italiani, secondo i calcoli de il Giornale, più di 300mila euro.

Ultimo caso in ordine di tempo è la Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini a Roma vandalizzata pochi giorni fa da tre attivisti che hanno colorato l'acqua di nero esponendo delle bandiere con lo slogan «non paghiamo il fossile». Per fortuna, come spiegato dal sindaco Roberto Gualtieri: «La tempestività dell'intervento della Polizia Locale e di Acea ha impedito che i danni fossero permanenti: la polvere è rimasta nella parte inferiore della vasca dove lo spesso strato di calcare l'ha protetta, ma se il liquido nero si fosse depositato su altre parti più porose del monumento sarebbero potute rimanere delle tracce con un danno irreparabile». Il costo dell'operazione di ripristino è stato però quantificato in circa 5000 euro.

Molto più dispendioso è stato l'intervento per ripulire la facciata del Senato imbrattata dagli eco vandali qualche mese fa e costato 40.000 euro.

Trentamila euro è invece il costo per i cittadini della ripulitura di Palazzo Vecchio a Firenze finito nel mirino dei teppisti Verdi che hanno scatenato la reazione del sindaco Nardella.

Il caso più eclatante è però la statua di Vittorio Emanuele II in Piazza Duomo a Milano imbrattata lo scorso 9 marzo con una vernice che avrebbe dovuto essere lavabile ma non si è rivelata tale. Il costo del ripristino della colorazione originale del monumento potrebbe costare fino a 200.000 euro secondo le stime. Una cifra ingente che ha portato alla richiesta bipartisan al Comune da parte del Pd e di Fratelli d'Italia di costituirsi parte civile.

Oltre a questi costi quantificati, sono numerosi gli interventi di ripristino e ripulitura di cui si sono fatti carico i comuni che, sommati tutti insieme, portano a superare i 300.000 euro di soldi pubblici per le azioni degli eco teppisti.

Non ci sono però solo i costi economici ma anche ambientali come spiegato dal Sindaco di Firenze Nardella dopo che è stato imbrattato Palazzo Vecchio: «Per ripulirlo ci sono voluti 5000 litri d'acqua». Migliaia di litri d'acqua sono sprecati ogni occasione in cui bisogna ripulire i monumenti imbrattati con l'intervento di personale qualificato e macchinari costosi. Allo stesso modo, avviene un danno per l'ambiente quando i militanti di Ultima Generazione bloccano le strade creando chilometri di ingorghi che generano inquinamento e incrementano le emissioni di CO2 dei veicoli incolonnati.

C'è poi da calcolare il danno di immagine generato dalle loro azioni, da settimane centinaia di migliaia di turisti che visitano Piazza Duomo a Milano si imbattono nella statua di Vittorio Emanuele imbrattata, non proprio un bel biglietto da visita per l'Italia.

Alla luce di questa situazione, ben venga la proposta del ministro della Cultura Sangiuliano approvata in Consiglio dei ministri di introdurre multe fino a 60.000 euro per chi distrugge beni culturali e paesaggistici e fino a 40.000 euro per chi «deturpa o imbratta» il patrimonio culturale.

È ora che gli eco-vandali si assumano le responsabilità dei loro gesti e a pagare non siano sempre i cittadini.

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