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I centristi si radunano: "Non dividiamoci"

L'ex ministro Costa lancia la quarta gamba del centrodestra. Alfaniani assenti, Parisi si sfila

I centristi si radunano: "Non dividiamoci"

Roma - Il presupposto da cui è partito l'ex ministro Enrico Costa è che «la frammentazione non giova a nessuno». Più che mai adesso con la soglia del 3% del Rosatellum, superabile soltanto mettendo insieme tutti quei partitini che non possono aspirare a percentuali significative. «Dobbiamo essere complementari, non alternativi, rispetto alle forze di centrodestra già collaudate», dice.

Con la benedizione di Silvio Berlusconi, che lo ha sollecitato a mettere insieme la quarta gamba del centrodestra, Costa ha avviato - riunendo ieri a Vicoforte, nel cuneese, i piccoli dell'area centrista - un «percorso di dialogo tra popolari e liberali di quell'area». «C'è una grande attesa e una grande curiosità - spiega l'ex ministro - verso questo percorso di gente di centrodestra che pensa sia giusto rapportare il centrodestra in chiave liberale. Abbiamo gettato il seme di un dialogo che può essere molto proficuo per rafforzarci. C'è stato anche un bellissimo messaggio di Berlusconi, che ci ha incoraggiato molto». Nel suo discorso il leader di Forza Italia ha citato uno ad uno i partecipanti al convegno, sottolineando l'importanza di ciascuno per la realizzazione «della rivoluzione liberale della quale l'Italia ha bisogno». Costa è soddisfatto della «convergenza che si è creata». «La cosa bella - sottolinea - è che questo dialogo lo abbiamo fatto in modo trasparente e questo è stato molto apprezzato perché non abbiamo detto tutti la stessa cosa, ognuno ha una sua chiave di lettura, l'importante è confrontarsi e cercare di trovare una proposta comune».

Intorno al tavolo si sono seduti Enrico Zanetti, Lorenzo Cesa, Raffaele Fitto, Gaetano Quagliarello, Stefano Parisi, Flavio Tosi. Stefano De Luca e Luigi Florio. Nessuno di Area Popolare, dopo lo strappo di Costa. «Sono degli amici con cui condivo un percorso - confida l'ex ministro a il Giornale - ma penso che debbano fare prima chiarezza al loro interno perché mi pare che in questa fase, almeno dall'esterno, parlino lingue diverse». Fitto, presidente di Direzione Italia, si è detto interessato ad una «proposta seria che offra risposte agli elettori», ma non ad una «sommatoria di gruppi dirigenti alla ricerca di qualche seggio.

Parisi, invece, ci tiene a precisare di non aver aderito a nessun cartello elettorale.

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