Politica

I coordinatori azzurri: "Ora pensiamo al Paese non solo alle poltrone"

Toti e Carfagna avvertono: basta liti interne, nel partito non ci sono rendite di posizione

I coordinatori azzurri: "Ora pensiamo al Paese non solo alle poltrone"

Non è certo una spartizione territoriale. E la semplificazione giornalistica di vedere nei due coordinatori di Forza Italia i responsabili per aree geografiche è sbagliata. Ad accorgersene è tutto il partito fondato e guidato da Silvio Berlusconi, che questa scelta l'ha voluta con fermezza. Mara Carfagna e Giovanni Toti, prima ancora di essere coordinatori del Sud e del Nord, sono i paladini di due idee differenti ma convergenti verso una rinascita non solo di Forza Italia ma anche del centrodestra di governo.

Se Toti punta il dito sulla riorganizzazione della struttura politica con una forte attenzione agli amministratori locali e ai quadri intermedi, la Carfagna si preoccupa prima di tutto di non cedere spazio di manovra alla Lega salviniana. Mettendo l'identità politica e il programma moderato come asse portante del quadro di rinnovamento.

I primi frutti sono già visibili. La mossa di Berlusconi di uscire dall'impasse «primarie sì, primarie no» con la nomina dei due coordinatori, è stata accolta con favore. E gli attestati di stima arrivati ai diretti interessati dai colleghi di partito ne rappresentano la migliore conferma. La Carfagna ringrazia e rilancia. «Ora dobbiamo lavorare con energia e rapidità - scrive sulla sua pagina Facebook -. Ai dirigenti è richiesto di dimostrare che sono capaci di compiere il salto di qualità, che sono all'altezza di gestire questi tempi difficili badando all'interesse generale più che alla microconflittualità interna». La vicepresidente della Camera dei deputati, poi, si fa promotore di una preoccupazione che serpeggia in tutto il partito. Il rapporto che il nostro Paese intrattiene con l'istituzione europea. Le alleanze scelte dal governo gialloverde stanno isolando il Paese nello scacchiere europeo. All'allarme lanciato da Tajani la Carfagna aggiunge i suoi timori. «Se il governo sceglierà di rompere con l'Europa - spiega -, l'Italia si addentrerà in una specie di terra di nessuno, con rischi e conseguenze mai sperimentati prima». Anche Osvaldo Napoli pensa già a cosa accadrà una volta archiviata l'esperienza di questo governo. «Se collasserà - riflette il parlamentare torinese - e si pensa di issare la bandiera dell'antieuropeismo in campagna elettorale, Forza Italia dovrà porre una questione pregiudiziale agli alleati di centrodestra». «Il cambiamento dell'Europa, necessario e radicale - conclude Napoli -, non potrà mai coincidere per noi con l'uscita dell'Italia dall'Unione europea e tanto meno dall'euro».

L'idea di rinnovare il partito, però, rimane in piedi e se ieri era Marcello Fiori e lo stesso Toti a sentirne l'urgenza, oggi si unisce anche la Gelmini alla proposta. «Le istanze di chi amministra - spiega la presidente dei deputati azzurri - devono trovare spazio, sicuramente più che nel passato». E non importa se per arrivare a questo bisogna rimettere in discussione tutte le posizioni di rendita all'interno del partito, le fa eco lo stesso Toti. «Chi ha proposte per cambiare #ForzaItalia e rilanciare il Paese - scrive su Twitter il governatore della Liguria - è il momento di tirarle fuori.

Chi pensa di fermare il cambiamento e conservare qualche poltrona ha sbagliato strada. Siamo tutti in discussione!»

Commenti