Politica

I corvi tornano sul Vaticano È l'ultimo atto del complotto

Un cardinale accusa: "Lo colpiscono sulla salute, avevano già provato quando dovevano eleggerlo". La colpa? Concedere troppe "aperture"

I corvi tornano sul Vaticano È l'ultimo atto del complotto

Un Papa che con il Sinodo sta portando la Chiesa alla rovina e che a causa di un tumore al cervello non potrà più avere quella lucidità per guidare la Chiesa. Uno scenario surreale, un'immagine drammatica, lontana anni luce dalla realtà ma che in tanti oggi vorrebbero fosse credibile per minare il pontificato di Jorge Bergoglio. Dentro le sacre stanze c'è chi grida al complotto, anzi, secondo molti questo sarebbe l'ennesimo atto dell'attacco contro Papa Francesco, «colpevole» di voler concedere troppe aperture, di essere troppo progressista. E così dopo i libri, le pubblicazioni, le lettere contro il Papa, arriva la notizia che Francesco sarebbe malato. E non qualcosa di poco conto: un tumore, benigno, ma comunque tumore.

«È l'ultimo tassello prima della fine del Sinodo» sussurra un cardinale a il Giornale , «non sono riusciti a colpire il Papa con la lettera e oggi ci riprovano con la storia della salute, come quando dovevamo eleggerlo». Il porporato che ha chiesto di mantenere l'anonimato, ieri sera ha incontrato in via riservata Francesco e ha chiesto: «Santità, ma è tutto vero?». Il Pontefice avrebbe risposto con un sorriso, rassicurando il confratello sulla sua salute e sul fatto che non c'è nessun pericolo, «niente malanni a parte la sciatica».

Nel suo racconto il cardinale, fa un accenno a un episodio del marzo 2013, nei giorni del conclave, quando ormai sembrava chiaro che lo Spirito Santo stesse soffiando sull'arcivescovo di Buenos Aires; qualche porporato in quell'occasione borbottò: «Non può essere eletto, è malato, non ha un polmone». E così i «supporter» di Bergoglio avevano chiesto al diretto interessato lumi sulla sua salute, ricevendo dal futuro papa una risposta chiarissima: «Da ragazzo, a 21 anni, mi asportano tre cisti dal polmone destro, ma sono sano».

Un tentativo fallito per indebolirlo, nella speranza che non fosse eletto, come adesso sembra esserci, secondo molti, un preciso tentativo per condizionare le decisioni finali del Sinodo sulla famiglia che si chiude domenica prossima.

Sarà solo un caso ma gli attacchi contro il Pontefice sono arrivati perfettamente sincronizzati con l'inizio o la chiusura dell'assemblea che ha radunato a Roma quasi 300 vescovi arrivati da tutto il mondo per decidere su svariati temi, dall'apertura ai gay all'ammissione dei divorziati-risposati alla comunione.

I primi colpi erano arrivati nel settembre 2014 e nel settembre 2015, qualche settimana prima dell'apertura dei Sinodi (straordinario e ordinario) sulla famiglia. In quelle occasioni, la casa editrice Cantagalli aveva pubblicato due libri firmati da un corposo gruppo di cardinali che proponeva le proprie tesi in opposizione alle aperture pastorali promosse dal Papa. Il colpo più duro però era arrivato alla vigilia del Sinodo, i primi di ottobre, con un monsignore dipendente vaticano che aveva annunciato di essere gay e di avere un compagno, nella speranza – aveva dichiarato Mons. Charamsa – che il Papa e i padri sinodali potessero occuparsi anche dell'omosessualità nella Chiesa.

Qualche giorno fa poi, in piena assemblea, un piccolo scandalo Vatileaks , con la pubblicazione di una lettera di protesta di nove cardinali al Papa in cui venivano messi in discussione i metodi di lavoro utilizzati al Sinodo. Un ennesimo colpo per destabilizzare la guida della Chiesa, per mettere in dubbio le sue scelte e mostrare i muscoli in vista delle votazioni finali. Fino a ieri, quando QN ha pubblicato la notizia della presunta malattia del Papa, a firma di due giornalisti, uno dei quali, Tommaso Strambi, autore di un libro, ironia della sorte, pubblicato sempre dalla Cantagalli.

Per il Papa, per fortuna, il Sinodo, è al rush finale.

Commenti