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I De Benedetti vendono "Repubblica" agli Agnelli

Cda fiume di Cir per la cessione e alla fine i fratelli conservano comunque una quota del 5 per cento

I De Benedetti vendono "Repubblica" agli Agnelli

La Cir dei De Benedetti vende il 43,7% di Gedi alla Exor degli Agnelli per 102,4 milioni. Ma reinvestirà per avere il 5% del gruppo che edita, tra gli altri, Repubblica, L'Espresso e La Stampa.

L'accordo è stato annunciato poco prima delle 23 di ieri dopo una riunione fiume del cda della holding dei tre figli dell'Ingegnere, contrario alla vendita. La cassaforte della famiglia Agnelli possiede già il 5,99%, Giacaranda Falck il 5,08% e Carlo Perrone il 5,02 per cento.

Lo storico cambio di proprietà avverrà al prezzo di 46 centesimi per azione. Gedi è in carico a Cir per quel 43% del capitale a 1,2 euro per azione. Equivale a un valore di bilancio in Cir di 273 milioni. Alla chiusura di venerdì il titolo del gruppo editoriale de La Repubblica valeva 28 centesimi. Ieri, è stato sospeso in Borsa per l'intera giornata in attesa della nota ufficiale. Cir, in una seduta nera per Piazza Affari, ha invece messo il turbo archiviando la seduta con un balzo del 12,2% a 1,17 euro, mentre la capogruppo Cofide ha segnato un +7,7 per cento. In calo, Exor che ha lasciato sul terreno l'1,9 per cento.

L'operazione di trasferimento delle azioni, da realizzare tramite una società di nuova costituzione, dovrebbe essere completata entro il primo quadrimestre del 2020. A quel punto Exor lancerà un'Opa allo stesso prezzo di 46 centesimi. Poi Cir reinvestirà nella nuova società per una quota pari al 5% di Gedi sempre a 46 centesimi per azione, «al fine di accompagnarne l'evoluzione nei prossimi anni», si legge nella nota diffusa ieri. Non solo. Exor e Cir stipuleranno «alcuni accordi concernenti il reinvestimento e la loro partecipazione nella nuova società, prevedendo tra l'altro il diritto» della holding dei De Benedetti «di essere rappresentata nel consiglio di amministrazione di Gedi e le usuali pattuizioni concernenti vincoli agli atti di disposizione delle azioni».

Dopo quasi trent'anni «passiamo il testimone ad un azionista di primissimo livello», ha commentato il presidente di Cir Rodolfo De Benedetti. Mentre John Elkann ha promesso che Exor «assicurerà la stabilità necessaria per accelerare le trasformazioni sul piano tecnologico e organizzativo». Fonti vicine a Elkann avevano già fatto trapelare nei giorni scorsi che non ci sarà uno spacchettamento del gruppo, smentendo così le voci di una possibile futura vendita de La Repubblica a Carlo De Benedetti che in ottobre aveva comunicato, in aperta polemica con i figli, di voler acquistare il 29,9% della società editoriale.

Sempre ieri Gedi ha perfezionato la vendita del proprio 30% in Persidera che è stata scissa in due: la prima (Persidera), titolare dei diritto d'uso delle frequenze è stata ceduta a F2i Tlc 2 e la seconda, Netco, detentrice dell'infrastruttura, è stata ceduta a Ei Towers. Il corrispettivo complessivo per Gedi, originariamente di 74,5 milioni, è stato incrementato degli interessi maturati dal primo agosto per 0,9 milioni ed è stato erogato al netto dei dividendi già incassati per 4,3 milioni.

L'operazione ha quindi abbassato di 71,1 milioni l'indebitamento del gruppo.

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