I democratici sotterrano momentaneamente l'ascia di guerra e si presentano compatti alla prima convention virtuale della storia americana. La battaglia di Usa 2020, stravolta dalla pandemia di coronavirus che ha relegato Joe Biden nel seminterrato della sua casa in Delaware, e impedito a Donald Trump i mega-comizi che infiammano il suo popolo, entra nel vivo con le due kermesse di partito. La prima, sino a giovedì, è quella dell'Asinello: si tiene a Milwaukee, almeno sulla carta, perché nella città del Wisconsin non ci sono i circa 4.800 delegati nè il pubblico. La quattro giorni di appuntamenti si terrà con una serie di video messaggi. L'impatto dell'appuntamento completamente virtuale è ancora tutto da verificare, ma quel che è certo è che i dem si presentano più compatti di quattro anni fa, quando la frattura tra Hillary Clinton e la frangia liberal guidata da Bernie Sanders era profonda. Dopo la debacle che ha portato il tycoon alla Casa Bianca, hanno capito che era necessaria almeno una tregua, anche se a parere di diversi osservatori moderati e progressisti sono uniti soltanto nella lotta contro Trump, mentre rimangono distanti su quasi tutto il resto.
A inaugurare la convention sono il governatore di New York Andrew Cuomo, ma soprattutto l'ex first lady Michelle Obama e il senatore Bernie Sanders, che rappresentano le due anime del partito, di chi sono tra i volti più amati. Nei prossimi giorni, invece, sono in programma gli interventi degli ex presidenti Barack Obama e Bill Clinton, di Hillary Clinton e Nancy Pelosi.
Ma ci sono pure i volti nuovi, a partire dalla pasionaria Alexandra Ocasio-Cortez, passando per l'ex candidato alla Casa Bianca Pete Buttigieg, il sindaco di Atlanta Keisha Lance Bottoms e il governatore della California Gavin Newsom. Biden può contare su un'iniezione di fiducia dopo la scelta di Kamala Harris come aspirante vice presidente fondamentale per l'ex numero due di Obama, che non è mai davvero riuscito a far breccia nel cuore degli americani.
Le ultime indiscrezioni parlano di rapporti tesi fra Obama e Biden, deluso dal fatto che l'ex Comandante in Capo avesse deciso di sostenere la candidatura della Clinton nel 2016, quando lui stava valutando se scendere in campo. E Obama sarebbe preoccupato da possibili scivoloni e gaffe di Joe, che potrebbero essere deleteri. Soprattutto dopo che l'ultimo sondaggio della Cnn ha rivelato come il suo vantaggio si sia ridotto notevolmente rispetto a giugno: il ticket Biden-Harris ha ora il 50% dei consensi, mentre quello Trump-Pence il 46%. L'attuale presidente, intanto, prima della convention repubblicana dal 24 al 27, ha in programma in questi giorni numerosi appuntamenti in diversi stati chiave con l'obiettivo di oscurare la kermesse democratica.
Ieri, Trump è stato in Minnesota e Wisconsin, mentre oggi volerà in Arizona per affrontare il tema dell'immigrazione. Giovedì, invece, sarà in Pennsylvania, dove parlerà vicino a Scranton (dove è nato Biden) alla stessa ora in cui il rivale pronuncerà il discorso di accettazione della nomination.
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