Politica

I «forconi» aggrediscono l'ex deputato Napoli

Il movimento di protesta inscena l'«arresto» con urla e strattoni vicino alla Camera: 4 denunciati

«Quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere». La frase di Bertolt Brecht compare in bella evidenza sulla pagina Facebook del movimento dei «Forconi». E del resto le parole, nell'era dei social network, sono merce senza prezzo, alla portata di chiunque sia abilitato al copia e incolla. E infatti lo stesso abusato slogan compare pure su un volantino della Fiom e su un tweet dell'ex ministro dei Beni Culturali Massimo Bray, per dire. C'è da stare tranquilli, nessuno di questi citazionisti brechtiani farà la rivoluzione.

Ma alcuni membri del movimento dei Forconi ieri si sono resi responsabili di un gesto che riesce ad abbinare in ugual misura cialtroneria e violenza. Ma che è anche un caso di studio della preoccupante evoluzione del rapporto tra politica e piazza. L'episodio è totalmente documentato da telecamere e telefonini dei passanti. Siamo a Roma, in via degli Uffici del Vicario, a due passi dall'ingresso degli uffici dei gruppi parlamentari della Camera. Osvaldo Napoli, consigliere comunale a Torino ed ex parlamentare di Forza Italia, sta rilasciando un'intervista a una tv. Un gruppetto capeggiato da un uomo alto e corpulento gli si avvicina chiedendogli di ascoltare la lettura di un documento, mentre altri tengono alla larga i passanti per non «impallare» la telecamera: l'intento di ricavarne un evento «social», da riprendere e far girare sul web, è evidente. Napoli viene colto di sorpresa, nicchia un po' ma inizialmente non si sottrae all'insistenza del manipolo. «Pensavo a uno scherzo», racconta. Invece l'omone inizia a leggere un testo in stile sentenza, citando articoli del codice penale e «usurpazione di potere politico» e man mano alza la voce e inizia a urlare «la dichiaro in arresto», invoca l'arrivo di un «maresciallo dei carabinieri», poi insieme a un altro uomo prende sottobraccio Napoli che si divincola solo grazie all'aiuto di un carabiniere e fugge. Intanto davanti alle telecamere va in scena il parapiglia, gente che urla «arrestateli tutti», una donna che incita: «Prendetelo», con i carabinieri che cercano di trattenere i più agitati. Una messinscena penosa, proprio davanti alla sede della massima istituzione democratica. Alla fine verranno denunciate 4 persone per resistenza a pubblico ufficiale e altre 11 per manifestazione non autorizzata.

Per fortuna finisce tutto in pochi minuti, senza serie conseguenze fisiche per Napoli. Dal Parlamento arriva una solidarietà trasversale, non solo dai compagni di partito e dal centrodestra, ma anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini e dal Pd. «Ecco i frutti della campagna populista di stampo grillino», dice Stefano Esposito. E più di qualcuno lo segue nel collegamento col partito del «vaffa». Anche dall'M5s però arriva una nota di solidarietà: «Le legittime proteste rivolte verso questa classe politica non possono e non devono sfociare in atteggiamenti violenti».

«Sto benissimo, intendiamoci ho mantenuto i nervi saldi ma poteva anche finire male», commenta Napoli, che non recita la parte della vittima ma non sottovaluta: «Il bersaglio non era certo la mia modesta persona ma la politica, ed è questo il lato inquietante». E, pur incassando la solidarietà, Napoli sfugge alla tentazione di semplificare e fa presente che il clima violento non è una novità di questi giorni «e in tanti abbiamo contribuito a crearlo». Sulla pagina Facebook dei «Forconi 9 dicembre» i Cinque Stelle sono spesso citati con simpatia. Intorno al movimento che un paio d'anni fa riempì le piazze gira una galassia di micro sigle il cui tratto comune è il settarismo.

Un malessere solo in parte intercettato dal grillismo che la politica farebbe bene a non sottovalutare.

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