Cronache

I Giochi sono fatti. A Milano e Cortina la sfida del 2026: "Sogno di un Paese"

I Giochi sono fatti. A Milano e Cortina la sfida del 2026: "Sogno di un Paese"

nostro inviato a Losanna

The winner is Milano-Cortina. Alle 18.04 il presidente del Cio Thomas Bach apre la busta, annuncia la sede delle Olimpiadi invernali 2026 ed esplode la festa allo Swiss Tech Convention Center di Losanna. Con 47 voti a favore contro i 34 di Stoccolma-Are (solo un membro Cio si è astenuto) è vittoria schiacciante. Il sindaco Beppe Sala alza le braccia in segno di vittoria e intona il coro «Italia, Italia», il capo del Coni, Giovani Malagò, abbraccia e solleva l'ex atleta Diana Bianchedi, coordinatrice della candidatura, la campionessa Sofia Goggia e mezza delegazione si commuove o canta popopo come alla finale dei Mondiali. Il regista della vittoria è senza ogni dubbio il capo del Coni, Giovanni Malagò, si prende una rivincita dopo il niet di Virginia Raggi a candidare Roma alle Olimpiadi 2024. «Sono molto orgoglioso di questa squadra di diverso colore politico - commenta a caldo a fianco di Sala, dei governatori leghisti di Lombardia e Veneto Attilio Fontana e Luca Zaia e al sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti -. Le ferite si sono perfettamente cicatrizzate ma se guardi sotto la camicia si vedono tutte perché Roma è la mia città. Qui ci sono sindaci e governatori che a differenza della Raggi mi hanno dato fiducia». Aggiunge il grazie a Giorgetti che «ha avuto qualche problema all'inizio all'interno del governo ma è stato abile a trovare la soluzione per arrivare al pieno supporto». Giorgetti in mattinata aveva annunciato al Cio che Malagò sarebbe stato il presidente dei Giochi 2026» e ha già «in mente un top manager». Il Paese «ha bisogno di questo tipo di orgoglio. Siamo simpatici e guasconi ma abbiamo dimostrato competenza - aggiunge il sottosegretario della Lega -. Il nostro sogno era dreaming together e da oggi è working together, dobbiamo essere operativi già entro la fine dell'anno, il primo step sarà la legge speciale per le Olimpiadi che andrà approvata nei prossimi mesi». E nel giorno dell'onomastico, Giorgetti rende merito a «San Giovanni Malagò» che dopo il passo indietro della sindaca M5s Chiara Appendino ai Giochi a tre teste (la prima ipotesi) «alle 8 del mattino dopo ha chiamato Sala, Fontana e Zaia» e ha dato il via all'avventura a cinque cerchi. Il sindaco Sala è incontenibile ma ritorna presto al pragmatismo milanese: «Bisogna pensare subito alla governance non bisogna rischiare di perdere tempo come accadde con Expo, poi i ritardi costringono a velocizzare le cose e creano problemi anche in chi gestisce» ogni riferimento alla grane giudiziarie che dal 2015 non si sono ancora del tutto chiuse non è casuale. «Serve una formula che garantisca il pubblico ma sia anche flessibile. Giorgetti ha in mente un top manager? Per me deve aver avuto un'esperienza nel pubblico, non andiamo a prendere un privato che reagisce male alle rigidità». Sala si prende il merito di aver tenuto duro sul paletto di Milano capofila della candidatura, ragione che portò (o servì come scusa) alla Appendino per tirarsi indietro. «Ho tenuto duro e ho fatto bene, senza Milano non si poteva vincere. Per me è anche una rivincita dopo la sconfitta di Ema», l'Agenzia del farmaco che Milano ha perso nel 2017 contro Amsterdam per un bussolotto, «una seconda sconfitta sarebbe stata seccante». E per Sala il modello Expo ha spostato voti.

Il premier Giuseppe Conte arrivando a Losanna intorno alle 12.30 per il pranzo con i delegati Cio e la presentazione-show del pomeriggio aveva ridimensionato la portata dei Giochi in caso di sconfitta: «Quello di oggi (ieri, ndr) è un'esame per carità, c'è un verdetto ma manteniamo le giuste proporzioni, non è un momento in cui l'Italia dimostrerà tutta se stessa senza appello, insomma. È un'occasione importante per il Paese». Dopo l'appello al voto lascia il Convention Center con una battuta: «Si vota, sono in silenzio elettorale». Prima di decollare apprende la good news e twitta: «Siamo orgogliosi di questo grande risultato. Ha vinto l'Italia, un intero Paese che ha lavorato unito e compatto con l'ambizione di realizzare e offrire al mondo un evento sportivo memorabile».

Anche il governatore Zaia da uomo del fare ha presente che ora «bisogna subito rimboccarci le maniche. L'intesa bipartisan, e il contesto sportivo è ideale, ha dimostrato si può vincere una bella sfida al di là delle idee politiche». E il presidente della Lombardia Attilio Fontana conferma: «Il nostro Paese quando ha la forza di andare avanti unito può vincere qualsiasi sfida».

Non sono bastati i colpi bassi degli sfidanti, come rimarcare la «tolleranza storica» della Svezia in risposta alla politica dei porti chiusi. La delegazione italiana si sposta al Lausanne Palace hotel per la festa organizzata dal Cio.

Ma la notte è lunga.

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