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I grillini scoprono le "debolezze umane"

Fico dà voce all'ala critica M5s: "Pericoloso negare i rischi della vanità"

I grillini scoprono le "debolezze umane"

Quella di ieri, è stata la giornata dei grillini «dal volto umano». Apre le danze Roberto Fico, sacerdote dell'intransigenza a 5 stelle: «L'onda inarrestabile del V-day del 2007 è entrata nelle istituzioni, per completare l'opera di cambiamento e ricostruzione». Nel concetto di Fico c'è un «ma», che suona come un avvertimento: «Sarebbe pericoloso negare i rischi delle pressioni, dell'attenzione al consenso, della vanità nutrita dalla sovraesposizione». Colleghi, occhio alle debolezze. Ecco la velata minaccia dell'ortodosso proprio nella giornata dedicata alla melensa celebrazione del «guardate un po' dove siamo arrivati».

E nella polveriera grillina, ogni riferimento non è casuale. Sull'«attenzione al consenso» di Di Maio e sulla «vanità» di Di Battista ci si potrebbe scommettere senza il rischio di perdere nemmeno un centesimo. Ma, nel decennale del primo «Vaffa», è proprio Beppe Grillo a riannodare i fili della nostalgia. Scrive il comico, in un lungo post sul suo blog: «Oggi non voglio pensare al futuro, oggi voglio cullarmi nei ricordi».

Del primo V-Day ricordo «che c'era il sole», poi «io e Gianroberto ci abbracciammo forte». Continua la nenia di Grillo: «Ricordo che dicevamo parole bellissime, come la politica deve creare felicità». Il fondatore del M5s si ricorda pure che «eravamo felici e che avevamo volti bellissimi». E persino «i poliziotti si mettevano in fila per non fare più da scorta ai politici condannati». Un vero e proprio sogno a 5 stelle.

Molti degli attivisti che popolavano Piazza Maggiore, a Bologna, l'otto settembre del 2007, ora sono diventati deputati, senatori, consiglieri regionali e parlamentari europei. E condividono gli aneddoti di quella giornata. Il deputato Alfonso Bonafede faceva sorridente il segno della vittoria, Virginia Raggi era «in ufficio a fare le fotocopie».

Ieri a Trieste era assente Beppe Grillo, a sorpresa si è presentato Davide Casaleggio. Il protagonista, però, è stato Luigi Di Maio. Che già in mattinata aveva affidato a Facebook il suo ricordo: «Dieci anni! Sono passati dieci anni da quel primo V day a Bologna quando migliaia di persone si ritrovarono assieme per far sentire il loro grido di democrazia. Chiedevamo cose né di destra né di sinistra, e lo facevamo con lo strumento della legge di iniziativa popolare». All'arrivo a Trieste Di Maio ha precisato: «Le elezioni per il candidato premier si faranno su Rousseau», smentendo chi, dopo gli attacchi hacker, parlava di un «sistema troppo vulnerabile» e poi «Il M5s resterà unito e spero riuscirà ad andare al governo di questo paese, e prima libereremo la Sicilia».

La nostalgia è proseguita con la rievocazione dei tempi d'oro del grillismo. Ha raccontato Di Maio: «Andavamo a riprendere il consiglio comunale con le nostre video camere, e ancora l'allora presidente di quell'assemblea si vanta di avermi espulso». A fine giornata c'è stato un botta e risposta con gli autori del libro-verità Supernova, Nicola Biondo e Marco Canestrari. Per il M5s si stratta solo di «retroscena complottisti».

Non c'è mai pace.

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