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Ecco cosa si predica in moschea: "Allah contali e sterminali tutti"

I leader "dialoganti" condannano il terrorismo, ma nei luoghi di culto in Italia si incita alla violenza contro i "miscredenti"

Ecco cosa si predica in moschea: "Allah contali e sterminali tutti"

Qual è il confine tra islam moderato e islam violento? La linea di demarcazione spesso non è facilmente riconoscibile per un occidentale. Non si tratta di distinguere solo tra terroristi e non, ma di considerare anche chi, seppure non protagonista di azioni criminose, predica la distruzione dell'Occidente o chi invece si batte per l'integrazione.

«È difficile distinguere - ammette l'imam di Torino Abdellah Mechnoune, presidente dell'Organizzazione islamica del mondo arabo ed europeo -. Guardiamo alle comunità francesi, per esempio. Molti sono scesi in piazza a Parigi per manifestare solidarietà dopo l'attentato, ma alcuni condannano il terrorismo solo a parole e non con il cuore. Sono, come dite voi italiani, ipocriti». Mechnoune invece non ha dubbi: «La vita è sacra, e nel Corano è scritto chiaramente».

Anche l'imam di Milano, il teologo Yahya Pallavicini, è sulla stessa lunghezza d'onda. «Se vogliamo definirlo con una battuta: l'islam è moderato, se non è moderato non è vero islam». Pallavicini ci tiene ad abbattere i luoghi comuni. «È inaccettabile che gli italiani siano definiti mafiosi. E allo stesso modo non si può generalizzare sui musulmani, anche se c'è chi fa un uso distorto della religione. I mafiosi sono criminali e lo sono pure questi sedicenti musulmani, anche se dicono di agire nel nome del Profeta». L'imam di Milano, che è anche vicepresidente della Comunità religiosa islamica d'Italia, fa un parallelo. «Hamas, per esempio, non è islam, ma un movimento che legittima l'uso della violenza per rivendicare un territorio. Confondere questi movimenti con l'islam e come confondere la mafia con gli italiani». Secondo gli esponenti del mondo islamico moderato va anche difeso il diritto alla libertà di espressione, come quello di Charlie Hebdo di pubblicare le vignette satiriche. «Criticare è un diritto, poi, quello che conta è la legge dello stato, che va rispettata», afferma Mechnoune. «Gli unici limiti alla libertà d'espressione sono la sensibilità e la legge - gli fa eco Pallavicini -. Secondo me, alcune vignette sono da criticare. La cosa bella della civiltà occidentale è che siamo liberi di esprimerci ma anche di criticare. Però il diritto di critica non significa uccidere un giornalista. Questa liberta è una conquista della nostra società e io, come musulmano e come europeo, sento che bisogna difenderla».

Ma non tutti i religiosi islamici la pensano così. Solo pochi mesi fa numerosi imam si sono distinti nel predicare odio proprio in Italia. A cominciare da Abdelbar Al-Rawdhi, imam di San Donà di Piave (cittadina in provincia di Venezia), che è stato espulso lo scorso agosto dal ministro dell'Interno perché considerato un pericolo per la sicurezza nazionale. «Oh Allah, porta su di loro ciò che ci renderà felici. Oh Allah, contali uno a uno e uccidili fino all'ultimo. Non risparmiare uno solo di loro», erano le parole del sermone del venerdì, nel quale incitava a sterminare gli ebrei. E che dire dell'imam bosniaco Bilal Bosnic, il quale lanciava appelli in rete ai giovani musulmani per unirsi all'Isis. Bosnic è un religioso che ha predicato in tutta Europa e ha tenuto i suoi confortanti sermoni anche a Cremona, Bergamo e Pordenone. «Tornerò in Italia per parlare di guerra santa e cercare finanziamenti. Conquisteremo il Vaticano - proclamava a fine agosto -. Il giornalista americano Foley era una spia. Uccidere in alcuni casi è giustificato». Per fortuna, il 4 settembre è stato arrestato. Non dimentichiamo poi l'imam di Cinisello Balsamo, nel Milanese. Usama El Santawy è un telepredicatore che inneggiava ai combattenti italiani nelle file della jihad. «Sono da onorare anche se, dicendo queste parole, sembra di giustificare il terrorismo - diceva quest'estate -. I musulmani vengono umiliati, quindi non ci si deve stupire se 50 italiani vanno a combattere nelle file dell'Isis».

Moderati e integralisti, due mondi diversi, quasi opposti uno all'altro.

Eppure entrambi traggono ispirazione dal Corano. Chi ne è il vero interprete?

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