Magistratura

I magistrati hanno fretta di processare Verdini jr.

Accolta la richiesta del pm, direttamente a processo i due soci della Inver e due imprenditori per l'indagine sugli appalti Anas

I magistrati hanno fretta di processare Verdini jr.

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Va a giudizio immediato Tommaso Verdini - figlio dell'ex senatore Denis - al centro dell'inchiesta della Procura di Roma su una presunta corruzione negli appalti dell'Anas. É agli arresti domiciliari da fine dicembre. Il gip Francesca Ciranna ha accolto la richiesta dei pm capitolini e visto il «solido quadro indiziario» ha disposto il giudizio immediato. Lo ha fatto anche per il socio di Verdini jr, Fabio Pileri, e due imprenditori, Antonio Veneziano e Angelo Cicotto, anche loro ai domiciliari.

I magistrati, che contestano la corruzione, il traffico di influenze e la turbativa d'asta, hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato sulla base di elementi di prova che appaiono «evidenti», anche in considerazione, scrivono i pm, della misura cautelare a cui sono sottoposti, confermata dal Riesame per i due imprenditori (Verdini jr e Pileri avevano rinunciato a fare istanza). É la procedura più rapida per andare a processo, perché salta l'udienza preliminare davanti al gup: «É del tutto inipotizzabile - scrive il gip nel decreto - che l'udienza preliminare possa portare a una sentenza di non luogo a procedere».

Un altro imprenditore coinvolto, Stefano Chicchiani, ha patteggiato la pena a un anno per il reato di traffico di influenze ed è uscito dal processo. Restano indagati lo stesso Denis Verdini, da due settimane in carcere a Sollicciano per scontare tre condanne definitive, e tre funzionari dell'Anas a piede libero. Per loro è atteso l'avviso di conclusione indagine.

Secondo i magistrati sarebbe stato questo il presunto schema corruttivo: gli imprenditori, avrebbero pagato consulenze «fittizie» alla Inver, la società di lobbying di Verdini jr e di Pileri, solo per avere «una corsia preferenziale in Anas» e aggiudicarsi gli appalti.

Corsia preferenziale che sarebbe invece stata garantita, secondo l'accusa, dall'asservimento di tre dirigenti della società pubblica - Luca Cedrone, Stefano Petruzzelli e Paolo Veneri - che avrebbero fornito documentazione riservata sulle gare (disciplinari e altro) prima che fosse pubblica, favorendo così i clienti della Inver. I dirigenti di Anas lo avrebbero fatto in cambio - e questa è l'utilità della presunta corruzione - di raccomandazioni e promozioni «grazie al peso politico di Denis Verdini».

Verdini jr nell'interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere, come gli altri indagati. Solo l'imprenditore Veneziano aveva deciso di parlare con i magistrati. E per difendersi aveva depositato documentazione per dimostrare che le consulenze pagate alla Inver non erano fittizie. Per l'accusa comunque i dirigenti dell'Anas avrebbero dato la «marcata disponibilità ad assecondare le richieste» del gruppo Verdini in cambio della promessa di una «conferma in una posizione lavorativa di prestigio». Secondo i pm «i contatti» dei Verdini e di Pileri per promettere «raccomandazioni», sarebbero stati Massimo Bruno, Chief Corporate Affair Officer di Ferrovie dello Stato, e Diego Giacchetti, direttore delle risorse umane di Anas, del tutto estranei all'indagine.

Due funzionari Anas avrebbero invece incontrato gli imprenditori con i loro intermediari, Verdini e Pileri, fuori dalle sedi istituzionali per parlare delle procedure, fornire informazioni riservate e rassicurazioni sull'esito delle procedure in corso.

Cedrone, da Rup di una delle gare, si sarebbe attivato per «avvicinare componenti della commissione» nell'interesse di uno degli imprenditori segnalati da Verdini jr e Pileri.

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