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«I miei genitori uccisi per colpa dello Stato Ora Renzi mi spieghi»

La figlia della coppia trucidata da un profugo ivoriano accusa: siamo in balia degli immigrati Caccia ai complici dell'assassino

«È anche colpa dello Stato italiano se i miei genitori sono stati uccisi. Perché si ostina ad accogliere migranti che, una volta qui, fanno quello che vogliono. Pure rapinare e uccidere». Immenso dolore e incontenibile rabbia i sentimenti che dopo la tragedia albergano nel cuore di Rosita Solano, figlia dei coniugi 70enni di Palagonia (Catania), Vincenzo e Mercedes Ibanez, uccisi barbaramente nella loro villetta nella notte tra sabato e domenica. Per il duplice omicidio è stato fermato Mamadou Kamara, diciottenne della Costa d'Avorio, ospite del Cara di Mineo, che non dista molto da Palagonia (Catania).

Il ragazzo, perquisito nei normali controlli all'ingresso del centro di accoglienza per richiedenti asilo aveva con sé della refurtiva appartenente alle vittime di cui non si conosceva ancora l'orrenda fine, e indossava gli abiti e le ciabatte di Vincenzo. L'ivoriano, secondo gli investigatori, non avrebbe agito da solo. La polizia sta vagliando la posizione di altri ospiti del Cara, tra cui un malese. «I controlli all'ingresso del centro ci sono – spiega un poliziotto – ma il problema è che chi vuole può allontanarsi senza passare per forza da lì». Questo rende più difficili le verifiche volte ad accertare chi si trovava fuori dalla struttura la notte del duplice omicidio.

«Renzi venga qui a spiegare, non a chiedere scusa o a giustificarsi, perché i miei genitori ormai sono morti e il governo deve dirci perché», lo sfogo «ringhiante» della figlia della coppia trucidata. «Il popolo italiano è in balia di tutta questa gente. Lo Stato non fa altro che accogliere. E loro vengono a rubare, ad ammazzare. Il governo, i ministri, e chissà chi altri prendono soldi in cambio di questa gente che poi rimane in Italia a fare che cosa? Uomini accolti nei centri di accoglienza ma che sputano sul piatto che gli si viene dato... Che maltrattano le persone che li ospitano?». La fine dei due pensionati di Palagonia è stata atroce. Lui è stato picchiato per poi essere finito con ripetuti colpi alla gola con un corpo contundente; lei presenta dei lividi. Si pensa che abbia tentato di fuggire, ma sia stata buttata giù dal balcone. I killer potrebbero essersi introdotti in casa da una finestra aperta e avere sorpreso i coniugi che dormivano. Questo spiegherebbe perché Mercedes aveva pochi indumenti addosso. «Dopo una vita di sacrifici non dovevano morire così, ammazzati – dice Rosita -. E per cosa? Per due cellulari, una telecamera e un computer?». A Palagonia, ma non solo, si respira aria pesante. «Prima o poi la situazione scoppierà», vociferano i residenti. Persino il sindaco della cittadina, Valerio Marletta, chiede la chiusura del Cara di Mineo. «È luogo di disgregazione sociale non di integrazione». L'iter per vedersi riconoscere lo status di rifugiati può durare anche fino a 16 mesi durante i quali gli immigrati entrano ed escono dalla struttura di accoglienza. Del resto non è una prigione. «Renzi e Alfano hanno creato un sentimento di razzismo nei confronti degli immigrati», dice il nipote delle vittime. Si rischia uno scontro che potrebbe essere tacciato di xenofobia, ma sarebbe frutto di esasperazione da parte dei cittadini. Come ieri, quando circa 200 immigrati ospiti di un hotel a Sant'Andrea Valderice (Trapani) sono scesi in strada a protestare chiedendo più comfort. Hanno bloccato una delle arterie principali, e i residenti erano arrabbiati. I migranti lamentano l'assenza del wi-fi, vogliono pasti di migliore qualità e un'accelerazione per il disbrigo delle pratiche.

Almeno sull'ultimo punto sono d'accordo con gli italiani.

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