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I militari scavalcano la Trenta: appello al Viminale

Richiesta dei sottufficiali: "Bistrattati". E Salvini scrive a Tunisi per fermare le partenze

I militari scavalcano la Trenta: appello al Viminale

I militari disconoscono il loro ministro. È di ieri, infatti, il comunicato della categoria sergenti e brigadieri del Cocer Interforze con cui le divise delle quattro Forze armate (Esercito, Aeronautica, Marina e Carabinieri) lanciano un vero e proprio sos al ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

Si dicono «fortemente bistrattati nelle funzioni, nella dignità e nel rispetto della professionalità» e si dichiarano «ignorati dai vertici della Difesa e volutamente non salvaguardati nei prossimi correttivi al riordino». Scavalcando letteralmente il ministro Elisabetta Trenta, quindi, chiedono un incontro con il titolare del Viminale al fine di rappresentare le loro problematiche. Il malcontento all'interno delle Forze armate per l'operato della titolare del dicastero di via XX Settembre e dei suoi collaboratori è sempre più tangibile. Molti militari si auspicano un cambio di ministro e di questo si vocifera ormai da mesi. Qualcuno dice che addirittura, nonostante il premier Giuseppe Conte abbia più volte detto di blindare la Trenta, si potrebbe decidere a breve per una sua sostituzione con una figura più vicina al mondo militare. I temi che più stanno a cuore alle divise sono quelli di sempre, dal riordino fino alla pochissime risorse a disposizione per poter mettere in pratica la difesa del Paese. E su alcuni punti il ministro della Difesa continua a non dare le risposte richieste.

Intanto, proprio Salvini sta cercando di operare per bloccare i flussi con ogni strategia possibile. Per contrastare l'immigrazione il ministro dell'Interno punta sugli accordi bilaterali con i Paesi del Nord Africa. È di ieri la lettera che il vicepremier ha inviato al collega tunisino, Hichem Fourati, chiedendogli di accelerare «il modello di cooperazione già in atto che, anche con il sostegno europeo, serva a rafforzare le capacità di sorveglianza marittima attraverso il definitivo sviluppo di un sistema integrato basato su postazioni radar e strutture operative». Molte le aziende italiane che potrebbero operare per piazzare sistemi di controllo dei flussi. Già Leonardo, l'ex Finmeccanica, ha già a disposizione assetti di questo tipo, basati proprio su sensori e radar.

A questo si aggiunge l'opportunità di collaborare anche per rimpatri più veloci. Dalla sua, Salvini promette di dare alla Tunisia supporto per la rimessa in efficienza delle loro motovedette.

Oltre a questo fonti vicine al Viminale fanno sapere che si starebbe puntando ad accordi anche con i Paesi a sud della Libia, da cui provengono i migranti e a cercare di convincere l'Europa a investire in maniera più importante nelle nazioni da cui partono.

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