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Ma i nuovi estremismi ora incalzano Angela

Ma i nuovi estremismi ora incalzano Angela

Trent'anni dopo la caduta del muro neanche Angela Merkel, Cancelliera simbolo dell'ultimo ventennio tedesco, sembra più reggersi in piedi. I primi a volerla trascinare nella polvere sono gli ex concittadini di quei Lander Orientali dove la giovane Angela è cresciuta e ha studiato all'ombra del comunismo. Per capirlo basta un'occhiata ai risultati delle elezioni di Brandeburgo, Sassonia e Turingia, i tre Stati dell'Est andati al voto tra lo scorso settembre e la fine di ottobre. In tutti e tre la destra di AfD (Alternativa per la Germania), partito di riferimento per chi si oppone alle politiche filo migranti della Merkel, ha divorato voti alla Cdu salendo oltre il 23 per cento in Brandeburgo e Turingia o addirittura al 27 in Sassonia.

Nel complesso il risultato peggiore, foriero di ulteriori disastri, è però quello registrato in Turingia. Lì la sinistra di Bodo Ramelow, erede diretto dei comunisti dell'era del Muro, ha sbaragliato una Cdu franata dal 33,5 al 21,8 per cento. Quel risultato sta innescando una furiosa lotta intestina capace di travolgere sia la Cancelliera, sia quella Annegret Kramp-Karrenbauer imposta dalla Merkel come proprio successore alla testa del partito. Un successore che larga parte della Cdu considera, già oggi, assolutamente inadeguata. In questo clima teso e confuso s'inserisce la lettera con cui 17 uomini di punta della Cdu di Turingia ipotizzano un'alleanza con l'Afd per fermare gli ex-comunisti di Bodo Ramelow pronti a governare il Lander con l'appoggio dei socialdemocratici dell'Spd. L'inedita alleanza romperebbe il tabù imposto, fin qui, da una Merkel assolutamente contraria a qualsiasi dialogo con una destra considerata estremista e xenofoba.

La frattura definitiva, capace di metter fine all'egemonia della Cancelliera e costringerla ad abbandonare la poltrona, potrebbe concretizzarsi a Lipsia dove, tra 12 giorni, si aprirà il congresso della Cdu. Una sconfitta della Cancelliera, seguita dalle sue inevitabili dimissioni, rischia di spingere la Germania verso l'incognita di elezioni anticipate capaci di ridimensionare ulteriormente la Cdu e costringerla, per la prima volta dopo 50 anni, all'opposizione. Sul cadavere politico della Merkel prende corpo, insomma, una nuova rivoluzione.

Una rivoluzione non memo traumatica di quella che 30 anni fa portò alla riunificazione e alla rinascita della grande Germania.

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