Cronache

I porti rimangono aperti: cento migranti verso Genova

Salvini costretto a far sbarcare i clandestini salvati dalla Marina: «Ma nessuno resta in Italia». Tensioni con le Ong

I porti rimangono aperti: cento migranti verso Genova

Arriverà intorno a mezzogiorno di oggi a Genova il pattugliatore della Marina Militare Cigala Fulgosi con a bordo 100 persone, tra cui donne e bambini, soccorse due giorni fa in acque internazionali a circa 90 miglia a sud di Lampedusa. Per evitare un nuovo caso Diciotti il Viminale ha indicato quello del capoluogo ligure come porto sicuro. «La nave della Marina con a bordo un centinaio di immigrati ha avuto indicazione di dirigersi a Genova, ma nessun extracomunitario resterà in Liguria o a carico dei contribuenti italiani», ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Nel tragitto verso nord, l'unità ha imbarcato personale sanitario e materiale necessario a garantire supporto durante la navigazione alle persone soccorse. Nessuno dei migranti dovrebbe però restare in Liguria, dove dovrebbero avvenire solo le operazioni di identificazione e i controlli sanitari: il governo italiano starebbe trattando la ripartizione dei migranti con altri paesi europei.

Il ministro Salvini ha sentito telefonicamente il governatore della Liguria Giovanni Toti precisando che la città sarà solo il «terminale» dello sbarco. E dal Viminale filtra che la scelta di Genova sia dovuta a un modo per «alzare l'attenzione sulla vicenda e chiamare alla responsabilità partner europei, a partire dalla Francia, che non possono continuare a far finta di nulla e lasciare l'Italia da sola a gestire il problema».

Sono continuate invece le polemiche tra Ong e il ministero della Difesa. Dopo che su Twitter Alarm Phone aveva parlato di «una bambina di 5 anni morta a bordo», c'è stato l'attacco di Mediterranea Saving Humans, secondo cui la nave della Marina «è sempre stata a poca distanza, ma ha aspettato. Se confermata la morte di una bimba di 5 anni tra i naufraghi, sappiamo chi poteva salvarla e non l'ha fatto». La ministra Trenta aveva replicato dura: «Non permetto a nessuno di dire che la nostra Marina Militare abbia ignorato il soccorso di persone in pericolo di vita. È del tutto falso e strumentale. Quando è arrivato l'allarme ai nostri uomini, la nave italiana si trovava a 80 km di distanza, praticamente 2 ore di navigazione dal barcone, localizzato invece in acque di responsabilità libica. Si è deciso di inviare dunque, immediatamente, un elicottero, perché quando c'è da salvare vite umane i nostri non si sono mai tirati indietro». Ieri ha ribattuto ancora, Luca Casarini, di Mediterranea, su Twitter: «Si ha l'impressione che il Ministro della Difesa possa essere vittima di qualcuno che gli riferisce cose non vere. La Cigala Fulgosi era a 9 miglia di distanza dal gommone, non a 80 km. Ministro, ci sono foto e tracciati». In audizione al Senato, proprio con la ministra Trenta, il ministro degli Esteri Movero Milanesi ha ribadito che la via per arrivare in Italia debbano essere i corridoi umanitari: «Sono convinto che siano la soluzione per chi ha diritto di asilo e accoglienza di non essere lasciato nella mani delle organizzazioni criminali di dei trafficanti di uomini. Nessuno deve essere lasciato nelle mani di questi criminali. Proprio ieri con un corridoio umanitario sono arrivate dai centri libici 150 persone, fra cui 47 minori non accompagnati, provengono dall'area del Corno d'Africa».

E ieri è arrivato anche il richiamo del Papa: per affrontare i problemi derivanti dall'emergenza immigrazione «è necessario costruire una società inclusiva dove i più deboli, i più poveri e gli ultimi non siano visti come indesiderati, come intralci ma come cittadini e fratelli da inserire a pieno titolo nella vita civile».

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