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I punti in comune (e non) tra la Lega e M5s

Su flat tax, reddito di cittadinanza e Legge Fornero si gioca l'accordo di governo tra la Lega di Matteo Salvini e il Movimento Cinque Stelle di Luigi Di Maio

I punti in comune (e non) tra la Lega e M5s

Flat tax, reddito di cittadinanza e Legge Fornero. Ruota su questi tre punti (ma non solo) il “contratto di governo” tra M5S e Lega. Ma vediamo nel dettaglio.

Reddito di cittadinanza e flat tax

Il reddito di cittadinanza è sto il cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle in campagna elettorale, il tema con cui ha stravinto al Sud. Alla Lega non convince proprio perché verrebbe percepita come una norma assistenzialista tesa a favorire il Meridione. Secondo il professor Giacinto della Cananea che, per conto del M5S, ha studiato le convergenze sui programmi, sarebbe meglio puntare sul “potenziamento dei sistemi attuali di sostegno al reddito”. L’importante, per Luigi Di Maio, è dare un aiuto concreto e ulteriore alle famiglie. Aiuto che potrebbe arrivare anche attraverso maggiori fondi per il “reddito di inclusione” introdotto dal governo Gentiloni.

Per Salvini, invece, è fondamentale abbassare le tasse ma i pentastellati, in più occasioni, hanno fatto capire che non vogliono sentir parlare di flat tax al 15% in quanto favorirebbe troppo i ricchi. Meglio puntare su una riforma progressiva delle aliquote Irpef. Sul resto, però, Lega e M5S hanno programmi simili. Entrambi propongono l’inversione dell’onere della prova fiscale per i contribuenti, sono favorevoli alla “web tax” e contrari a un eventuale aumento dell’Iva, previsto dalle clausole di salvaguardia Ue.

Legge Fornero

La riforma della legge sulle pensioni, la cosiddetta ‘Legge Fornero’, divide solo parzialmente Lega e Cinque Stelle. Se per Salvini è imprescindibile abolirla, Di Maio ha una posizione leggermente più morbida e preferisce parlare più di “revisione” piuttosto che “abolizione” di tale legge. L’idea di massima, spiega La Stampa, dovrebbe essere quella di ritornare alle vecchie regole, prevedendo la Quota 100 (somma tra età della pensione e anni di contributi versati) per tutti i lavoratori, la proroga dell’Opzione donna ed una “quota 41” per i lavoratori precoci. In pratica con 40 anni di contributi si potrebbe lasciare il lavoro già a 60 anni, con 35 si andrebbe a 65, mentre oggi il requisito minimo è fissato a 66 anni e 7 mesi. La fattibilità del progetto è subordinata alle risorse finanziarie che, al momento, non sarebbero sufficienti.

Politica Estera

Sulla politica estera, sempre secondo il professor della Cananea, vi sarebbero profonde divergenze. Al di là dell’ultima intervista in cui Beppe Grillo rilanciava sul referendum sull’Euro, i pentastellati hanno ammorbidito le proprie posizioni euroscettiche, mentre la Lega non vuole rispettare i vincoli del trattato di Maastricht. Salvini, poi, per quanto riguarda il rapporto con la Russia, è stato molto chiaro: stop alle sanzioni. Di Maio, invece, nel discorso del 6 febbraio alla Link Campus University, ha avuto una posizione molto filo-atlantica

Immigrazione clandestina, sicurezza e giustizia

Anche sull’immigrazione clandestina c’è una certa sintonia tra i leghisti che intendono fermare gli sbarchi dall’Africa e i pentastellati che hanno accusato le Ong di essere i “taxi del mare”.

Entrambi puntano molto anche sul tema della sicurezza e di maggiori fondi per le forze dell’ordine ma i grillini hanno una visione “giustizialista” che, invece, manca ai leghisti, sebbene siano contrari a indulti e decreti "svuota-carcere" e abbiano inserito nel loro programma un investimento straordinario per costruire nuove carceri.

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