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I ragazzi delle casette che battono lo Stato

Con una start up hanno già dato un tetto a 105 vittime del sisma

I ragazzi delle casette che battono lo Stato

Roma - Eleonora è seduta al di là della scrivania. Circondata da una marea di scartoffie, a soli 24 anni, gestisce la comunicazione dell'associazione «La via del sale». Un progetto nato nel nome di quella via antica, la Salaria, che ancora unisce, una ad una, le comunità che si snodano dall'entroterra al mare. Anche quelli de «La via del sale» sono indissolubilmente uniti da una promessa, stretta tra le macerie ancora fumanti dell'agosto 2016: «Daremo a questa gente una casa». Sono giovanissimi, «l'età media non arriva nemmeno a 30 anni». Originari o residenti del Reatino, si sono conosciuti e riconosciuti spalando via detriti e calcinacci di Amatrice.

È passato un anno da allora e, mentre i tempi per ottenere una «casetta» attraverso i canali ufficiali si allungano a dismisura, l'associazione ha già offerto una soluzione abitativa temporanea e, soprattutto, tempestiva a «105 persone di cui 20 bambini e 22 disabili in Umbria, Marche e Lazio». Il primo modulo su ruote l'hanno consegnato il 23 settembre del 2016, «ad un mese esatto dalla prima scossa». Mentre, in Abruzzo, sono quasi ultimati dei lavori speciali: quelli della casa di Aurora. «Il caso della piccola Aurora c'è stato segnalato lo scorso novembre spiega da alcuni residenti, si tratta di una bambina gravemente malata che ha perso la casa dopo il terremoto e che, sinora, ha vissuto in una roulotte assieme ai suoi genitori». Per lei che, per non perdere l'assistenza domiciliare, non si è potuta spostare sulla costa assieme agli altri sfollati, a breve, arriverà «una casa vera». Un appartamentino arredato di 66 metri quadri, «il cui costo complessivo è di 75mila euro, ovvero 1.130 al metro quadro contro gli oltre mille, iva esclusa, delle Sae fornite dalla coop che si è aggiudicata il bando governativo».

Adesso Eleonora si tocca dubbiosa il mento, mentre le dita dell'altra mano corrono sulla calcolatrice. «Faccio un conto veloce, allora: 33 milioni diviso 75 mila fa 45». La matematica non è un'opinione. «Se avessimo avuto a disposizione i soldi degli sms solidali, quelli destinati a progetti che con le esigenze dei terremotati non hanno nulla a che vedere, avremmo potuto sistemare 445 famiglie». E chissà a quante Aurora, allora, avrebbero strappato un sorriso. Per ora, nel conto di questa piccola associazione c'è comunque una cifra straordinaria. «In 12 mesi, grazie al passaparola ed alla generosità di tanti italiani, abbiamo messo insieme 400mila euro».

Il budget, però, basta appena a garantire le 50 famiglie che, documento di inagibilità alla mano, si sono rivolte a lei per ottenere una «casetta». «E la lista si allunga di giorno in giorno». Così Eleonora spera di non dover esser lei a trovare ancora delle soluzioni.

Sogna il giorno in cui «di noi non ci sarà più bisogno».

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