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Etruria, i risparmiatori a casa Boschi bruciano bandiere del Pd

Vittime del salvabanche nel paese blindato della ministra: "Trattati peggio dei black bloc"

Etruria, i risparmiatori a casa Boschi bruciano bandiere del Pd

Alla Messa delle 11 a Laterina c'erano cinque persone. Fuori, invece, 150 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani. Un dispiegamento di forze mai visto nella minuscola cittadina vicina ad Arezzo (appena 3.500 abitanti) per contenere la seconda manifestazione pacifica organizzata dall'Associazione Vittime del Salva-Banche e guidata da Letizia Giorgianni e Silvia Battistelli, nel paese della famiglia Boschi. Per restare in tema è stata allertata pure la Forestale. Evidentemente, il nuovo prefetto e il nuovo questore di Arezzo ci tenevano a far bella figura, visto che i loro predecessori, dopo la protesta del 28 febbraio scorso, che arrivò fin davanti al cancello di casa della ministra, sono stati rimossi. Diverse teste sono cadute da allora, tranne quelle degli ex amministratori della vecchia Banca Etruria per i quali, sebbene indagati, non è mai stato richiesto il sequestro preventivo dei beni. «E anche stavolta giustizia non è stata fatta», reclama Giorgianni.

Circa 200 i risparmiatori che ieri si sono radunati davanti alla chiesa come in una simbolica via crucis che dal paese basso procedeva lentamente fino a piazza della Repubblica. Molti di loro sono elettori del Pd, o per meglio dire, lo erano. Oggi mostrano striscioni con scritto «Pd, partito dittatoriale», gridano al megafono «Non votate più il Pd!», e davanti al sagrato bruciano persino il loro amato simbolo verde e rosso. «L'ho votato ma non lo beccano più il mio voto, finché campo», una delle tante voci di piazza. «Questo governo ci ha tolto anche la dignità dice Massimo Tinacci operaio di Empoli perché è anche umiliante venire qui con trombette e t-shirt. Ma a me hanno rubato 60mila euro che dovevano servire per i miei figli. Non voglio i soldi degli italiani. Rivoglio solo i miei».

Tutti uniti all'urlo «Ridateci i nostri soldi!», in risposta alla sparata del ministro Maria Elena Boschi alla festa dell'Unità di Santomato (Pistoia): «Sono venuti qui a fischiare perché non sanno dove andare». «Visto che lei dice così replica una signora di Ferrara siamo venuti qui davanti a casa sua, per farle vedere la nostra disperazione». Anche se più che «alla Boschi» quelle urla sono rivolte «al Boschi», Pier Luigi, il padre della ministra, ex vicepresidente dell'istituto, che naturalmente si è ben guardato dall'incontrarli.

Da quassù la villetta rosa dove abita la famiglia della ministra si vede da lontano ma le grida arrivano chiare e forti. «Boschi! Oh Boschi! Esci fòri! Vogliamo parlarti!», vocia al megafono Angiolino Campigli di Empoli. Ma stavolta non li hanno fatti neppure avvicinare. La manifestazione, prevista per le 9,30, è iniziata con un'ora di ritardo per colpa dei controlli delle forze dell'ordine, sparse per un raggio di sei chilometri e che fermavano la carovana di auto diretta a Laterina. Fermati, fatti scendere, aperti i bauli, perquisiti, nemmeno si trattasse dei black-bloc al G8. «Ci hanno trattato come se fossimo delinquenti, ma i farabutti qui non siamo noi dicono alcuni - Nemmeno ai mafiosi fanno cose simili. Tutto questo dispiegamento di forze dà l'idea che hanno paura». Eppure in quelle macchine, a parte tanta collera, c'erano solo trombe, fischietti e striscioni: «Governo di ladri, di risparmi rubati, di affari loschi a casa Renzi e Boschi»; «Risparmio azzerato, ladro tutelato, la democrazia di uno Stato?»; «Boschi, Verdini, Renzi: vituperio de le genti»; «Madonna di Laterina, corrotta di sera, ladra di mattina»; «Boschi al governo, malaffare in eterno», alcuni dei cartelli. Per finire con quello che li sintetizza tutti: «Sempre più incazzati». «Sì, lo siamo dice ancora Giorgianni A tre mesi dal decreto solo lo 0,23% degli aventi diritto è stato rimborsato, ancora i decreti che disciplinano l'arbitrato non sono usciti, a gennaio scade la possibilità di accedere al rimborso forfettario e si avvicinano le prescrizioni.

Lei non lo sarebbe?».

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