Economia

I soci spagnoli "rubano" il Brasile a Telecom

Consob in campo. Bolloré ago della bilancia. Bassanini: "Spagnoli ostili"

I soci spagnoli  "rubano" il Brasile a Telecom

Ieri Telefonica, spagnoli, ha schiaffeggiato Telecom, italiani. A chi garba il genere, la questione è anche di campanile. In realtà Telefonica, che di Telecom è il primo azionista con il 15%, ha chiarito ciò che si era capito da tempo: di Telecom non le interessa più nulla. Dei 24 Paesi in cui è presente Telefonica, l'Italia o è quello che cresce di meno o poco ci manca. Legittimamente, Madrid ha deciso di fare i propri interessi altrove. In questo caso, in Brasile, dove vuole rilevare la società di telefonia fissa Gvt per fonderla con la mobile Vivo. Mentre Gvt era nel mirino della stessa Telecom, per fonderla con Tim Brasil. Per il nostro Paese, tanto attento a costruire negli anni le operazioni di sistema, proprio come quella del 2007 per salvare Telecom, questa è esattamente una sonora sconfitta del sistema: in ballo c'è il futuro delle nostre tlc; il wifi, l'internet veloce, la tivù del futuro; il vantaggio o lo svantaggio competitivo delle nostre aziende, del terziario avanzato. Per il presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini, che a lungo ha provato a sviluppare con Telecom la rete fissa nazionale, l'offerta di Telefonica a Vivendi per il Brasile «è un atto ostile verso Telecom da parte del suo maggior azionista». Ora Telecom deve correre ai ripari perché l'operazione di ieri, inibendole la crescita nel suo unico Eldorado, il Brasile, la lascia sola con il suo debito monstre e poco altro. Come reagire?

Prima si può capire se, sulla pista indicata da Bassanini, si nascondano mosse illegittime di Telefonica. La Consob ha ieri chiesto al gruppo guidato da Cesar Alierta di chiarire i propri obiettivi. Perché gli spagnoli offrono a Vivendi anche l'8,3% di Telecom, cioè la loro quota al netto dei bond convertibili? Una mossa che comunica al mercato sia la volontà del disimpegno, sia una scarsa valutazione del titolo Telecom. Che infatti ieri ha perso il 5%. Inoltre, essendo noto che Gvt interessa anche a Telecom e che quest'ultima potrebbe acquistarla solo tramite scambio con azioni proprie, Telefonica potrebbe mirare a svalutarle per rendere ancora più complessa una contro offerta. Queste stesse ed altre considerazioni sono facilmente ipotizzabili da parte delle autorità brasiliane: è arcinoto che il Cade (l'Antitrust) e lo stesso governo di Brasilia non vedrebbero di buon occhio una diminuzione della concorrenza nel settore delle tlc. Proprio quello che succederebbe con una fusione Vivo-Gvt da un lato, e con l'indebolimento di Tim Brasil dall'altro.

Poi c'è l'aspetto francese della vicenda: il capo di Vivendi, il gruppo che controlla Gvt, è Vincent Bolloré, che nello stesso tempo è anche il primo socio privato di Mediobanca, azionista (in uscita) di Telecom. Quindi è probabile che Bolloré e Alberto Nagel, ad di Mediobanca, parleranno della vicenda e delle sue conseguenze sul sistema Italia. E il fatto che Bassanini abbia ieri preso posizione potrebbe portare la Cdp a riprendere in mano il dossier Telecom.

Per Telecom e il suo ad Marco Patuano una reazione possibile è anche quella di trovare un diverso compagno di viaggio e un diverso futuro. Dare il Brasile per perso, ridurre in maniera importante il debito e dedicarsi a una nuova attività: sviluppare e sfruttare la rete per trasmettere contenuti, trasformandosi in una sorta di Netflix europeo. Con chi? Magari con la stessa Vivendi, neo azionista con l'8,3% che le vende Telefonica, che dalla sua ha anche il controllo di Canal Plus, tivù digitale e a pagamento in Francia. Allo schema potrebbe aggiungersi Mediaset, che unirebbe le sue forze a Canal Plus anche un po' come risposta alla neonata Sky europea. Scenari o fantascenari a parte, di certo da oggi si attende la risposta di Telecom.

E magari anche di qualche parte di sistema.

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