Ma per i social va licenziato: cosa dice il Pd del suo alleato?

Dopo l'inchiesta del «Giornale», la richiesta di dimissioni diventa virale. Gli utenti di Twitter: deve vergognarsi

Ma per i social va licenziato: cosa dice il Pd del suo alleato?

#Fioramontidimettiti. L'hashtag, già lanciato dopo le polemiche sulla rimozione del crocifisso nelle scuole, è diventato virale dopo l'inchiesta del Giornale sui post Facebook di sei anni fa in cui l'attuale ministro dell'Istruzione in quota 5 Stelle insultava politici e giornalisti, attaccava le Forze dell'Ordine e commentava con imprudenza l'attentato davanti Palazzo Chigi dell'aprile 2013 in cui fu ferito il brigadiere dei Carabinieri Giuseppe Giangrande.

Tra chi si è indignato per la vicenda non ci sono soltanto gli esponenti delle diverse forze politiche, ma anche molti cittadini che su Twitter hanno rilanciato l'hashtag facendolo diventare trend topic in queste ultime giornate. Tanta gente comune. Come Gabriella che ha scritto: «Scusate, urge twittare #Fioramontidimettiti!!!» O Lisa: «Leggo nelle tendenze #Fioramontidimettiti... spreco di tempo, perché nessuno di quelle mezze calzette del #M5S si dimetterà mai, tanto lo sanno benissimo di essere inetti. Maledettissimo governo schifosissimo». L'utente Mauro è chiaro e conciso: «Ho letto i post violenti di Fioramonti su FB. Penso che una persona che ha scritto quelle cose non possa fare il ministro. #Fioramontidimettiti». Così Maria: «#Fioramontidimettiti Una volta fosse appurato che effettivamente il ministro fosse odiatore da tastiera pregherei il premier Giuseppe Conte e soprattutto il Presidente della Repubblica di intervenire per indurre l'incauto alle dimissioni».

Basta scorrere la home per vedere salire l'indignazione, Giammarco Desideri condivide la prima pagina del Giornale di giovedì 3 ottobre e scrive: «Al peggio non c'è mai fine #Fioramontidimettiti». Sven collega il caso-Fioramonti agli sfottò, anche questi di cattivo gusto, al vestito indossato dalla ministra Teresa Bellanova il giorno del giuramento del governo Conte-bis: «Si indignano per delle critiche a un vestito, ma lasciano come ministro chi scrive simili post questi sono i #Pd5Stelle #Fioramontidimettiti». Per Monica si tratta di un «bullo che appena insediato si è inventato la tassa sulle merendine e ha proposto di far sparire i crocifissi dalle aule di tutte le scuole» e che ha scritto su Facebook «decine di attacchi deliranti contro politici e forze dell'ordine». E Tommy Rizzo: «Giù le mani dalla Polizia che ti protegge per circa mille euro al mese rischiando la vita! Non meriti la loro stima e neanche la nostra». Lo sdegno è trasversale, Andrea Cerri commenta così: «No vabbè sto leggendo gente che seguo difendere Fioramonti. Ma sti gran cazzi che quelli che lo accusano sono peggio di lui. Chi se ne frega di difendere un grillino, colpevole tra l'altro. Via, a casa, ce ne mettono un altro e fine». L'utente Aspettando la Thatcher invece chiede lumi al centrosinistra: «Al governo chiedo cosa ne pensano il Pd, il segretario Nicola Zingaretti e Matteo Renzi di un ministro dell'Istruzione hater e privo e privo di rispetto per le forze dell'ordine».

Naturalmente, le richieste di dimissioni da parte di cittadini colpiti dalle affermazioni del ministro Fioramonti sono fioccate anche su Facebook. Rita Margherita Ceriscioli si è espressa con queste parole: «Questa persona non è degna di fare il ministro dell'Istruzione, che esempio è?» Il profluvio di commenti ha sempre gli stessi toni, Brunella Colombani esprime così la sua rabbia: «Non è un ministro degno dell'Istruzione è un povero ignorante!!! Andrebbe subito rimosso!!! » E anche qui l'indignazione prescinde da opinioni politiche e simpatie giornalistiche.

Eloquente Roberto Trinelli: «Di solito critico fortemente sia Feltri sia Sallusti ma quando hanno ragione hanno ragione, questo ministro è un fomentatore di odio oltre a essere una fonte di inettitudine, deve dimettersi subito».

DDS

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