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"I soldi per gli F35? Si possono spendere altrove"

Il sottosegretario apre un fronte fuori dal contratto di governo: il programma è da rivedere

"I soldi per gli F35? Si possono spendere altrove"

Roma «Salvini ha fatto bene ad alzare la voce. È così che in Europa ci siamo fatti ascoltare». Il sottosegretario M5s alla Difesa, Angelo Tofalo, minimizza gli attriti con i leghisti in seno al governo. Ma parla di meno armamenti e tagli, a partire dagli F35: un nuovo fronte non previsto dal contratto di governo.

Il presidente Mattarella è entrato a gamba tesa nella questione di nave Diciotti. Che succede?

«L'intervento del presidente è stato un segnale forte al termine di un vertice Nato che ha visto la partecipazione dell'Italia con una strategia ben definita. A volte basta solo un po' di buon senso e ieri il premier Conte ha dimostrato molto buonsenso».

E la tanto discussa rottura tra ministro dell'Interno e ministro della Difesa?

«Sono le due facce di una stessa medaglia. Ritengo che la strategia portata avanti da Salvini sia stata molto opportuna, perché alzando la voce siamo arrivati forti sui più importanti tavoli europei. In una fase successiva, la Difesa ha dato il suo importante contributo al governo».

Ma sui migranti in tanti parlano di crepe nell'esecutivo.

«Il governo è compatto».

Difesa, su cosa puntate?

«Stiamo valutando i diversi dossier aperti. Ci sono importanti tavoli su cui far valere il nostro know how tecnologico. Il ministro Trenta andrà in commissione congiunta entro la fine del mese e delineerà la strategia politica della Difesa. Abbiamo acquisito i dossier su F35, Eurofighter, aeromobili, droni, cyber security, missioni internazional».

A proposito di F35, è vero che non ne prenderete altri?

«Sì, è vero. Un programma complesso come questo, che abbiamo ereditato dal governo precedente, deve essere analizzato sotto ogni punto di vista. Ogni sua riconsiderazione deve essere gestita attentamente. La situazione attuale potrebbe dettare un'ulteriore diluizione nel tempo degli acquisti, in modo da ricavare anche un budget spendibile su altri tavoli tecnici. L'industria nazionale può, comunque, svolgere un ruolo importante».

A novembre si dovrà cambiare il Capo di stato maggiore della Difesa. Si manterrà la turnazione non scritta?

«Credo sia opportuno garantire una certa ciclicità. Se questa volta è il momento dell'Aeronautica, personalmente riterrei giusto non far saltare il turno all'Arma azzurra».

Reintrodurrebbe la leva?

«La farei volontaria. Vorrei che i futuri giovani si appassionassero alla Difesa e avessero maggiori possibilità di intraprendere la carriera militare».

E il contributo italiano ai 33 miliardi di dollari per la Nato?

«Il ministro Trenta si è espresso puntando al 2%. Non si investe solo in armi, ma principalmente sull'export di tecnologia.

Puntiamo anche su questo per creare lavoro per le piccole e medie imprese».

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