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I terremotati dell'Emilia ancora senza casa. Ma arrivano 220 migranti

Sono ancora 12mila gli sfollati, 900 soltanto a Mirandola, dove si attendono 61 immigrati

I terremotati dell'Emilia ancora senza casa. Ma arrivano 220 migranti

L'incredulità davanti all'evidenza che diventa rabbia e indignazione. Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro sono ancora cantieri aperti. Sono passati 5 anni dal terremoto del 2012 e la ricostruzione è lontanissima dall'essere a buon punto. Anni luce dalla fine dei lavori. I terremotati costretti ancora a vivere alla giornata, senza prospettiva, la cosa peggiore; in molti non hanno casa e troppi sono ormai sono sulla via della rassegnazione. I numeri spiegano tutto: 12mila ancora senza casa. Famiglie con bambini piccoli, anziani ormai rassegnati a non tornare più a casa. Precari in alloggi di fortuna. A casa di amici, parenti, genitori.

Ecco perché fa ancora più male leggere quel documento che ha esibito la prefettura di Modena che spiega che questa zona terremotata dal 1° gennaio ha perso le esenzioni. Niente più zona franca. E allora ecco che arrivano i profughi nei nove Comuni della cosiddetta «Area Nord», il luogo corrispondente al cratere sismico dove il terremoto colpì più forte. «Fino a 219 unità» si legge nel documento. Ma ha tutta l'aria di essere solo il primo gruppo; 25 milioni, il bando che ha stanziato il governo. L'accoglienza tra gli sfollati. Un paradosso che ha il sapore di una beffa, di una provocazione, che fa indignare, fa picchiare i pugni sul tavolo. Come ha fatto il sindaco di Finale Emilia. L'unico del Pdl e l'unico che non ha subìto in silenzio la decisione della prefettura, che si è rifiutato addirittura di partecipare al tavolo di incontro. La popolazione si è sollevata, ma qui si teme di non avere voce e anche chi protesta per una situazione evidente, e c'è il presentimento che la Prefettura procederà comunque. Antonio Platis, consigliere di Mirandola ha fatto una raccolta di firme che ha coinvolto in poche ore 650 persone. «Dati incredibili per una terra rossa come questa. Dall'anno nuovo l'area del cratere è diventata uguale a tutti gli altri comuni. Niente più trattamenti particolari. Ma cosa è cambiato da gennaio? Sono forse finiti i lavori per i terremotati? Non mi sembra proprio visto che solo a Mirandola sono ancora 900 le persone che aspettano di avere una casa». Qui la vita è dura, anche se la popolazione ha subito rialzato la testa e lavora per ricostruire, ma non è facile. «I nostri Servizi sociali - spiega Platis - rischiano già il collasso, costretti come sono a fronteggiare file di persone, che si rivolgono al Comune per chiedere aiuto».

In duemila e settecento hanno chiesto il contributo pubblico per sistemare la casa, la ricostruzione privata è arrivata al 60% ma le strutture pubbliche sono ancora ferme al 2012. E adesso dove andranno i profughi?

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