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I veri conti della manovra: una stangata da 40 miliardi

Dossier di Forza Italia sui numeri di "decretino" e Def. Scovati 21 punti critici: "Minestrone immangiabile"

I veri conti della manovra: una stangata da 40 miliardi

Il Def è un «minestrone immangiabile». La promessa di una stangata che il governo smentisce, ma che è già possibile quantificare: «30-35 miliardi per il 2018». Senza contare i buchi della manovra correttiva 2017. Presentata come a zero tasse, in realtà una stretta fiscale che pesa su categorie come i professionisti.

Renato Brunetta, capogruppo dei deputati di Forza Italia con Paolo Romani, che guida i senatori azzurri, fanno a pezzi il Documento di economia e finanza varato dal governo Gentiloni quindici giorni fa, insieme alla manovra correttiva da 3,4 miliardi ribattezzata «decretino». Una conferenza stampa a Palazzo Madama, con il senatore Andrea Mandelli e il deputato Roberto Occhiuto, indetta ieri perché il testo della manovrina è arrivato da poco in Parlamento. Prima di una serie di iniziative congiunte dei gruppi parlamentari di Forza Italia.

Innanzitutto il Def. Un «libro dei sogni», denuncia Brunetta che muove risorse per più di 30 miliardi, creando «incertezza e confusione, che sono sopratutto sanzionate dai mercati».

Per Romani si tratta di «un documento confuso, l'ennesimo Def del centrosinistra che non centra i suoi obiettivi e sposta all'anno prossimo quello che non sono riusciti a fare quest'anno. Ci aspetta una stangata».

Le cifre spiegate dall'economista azzurro non sono quelle illustrate dal governo. Solo per rispettare l'obiettivo fissato dal governo sul deficit per il 2018 (1,2% del Pil dal 2,1% di quest'anno) servono 15 miliardi. Evitare l'aumento dell'Iva, circa 19,5, che diventano 15,2 miliardi per gli effetti della manovra correttiva. Poi il rinnovo del contratto del pubblico impiego, altri tre miliardi di euro, più gli impegni presi dal governo su Irpef e cuneo fiscale, altri sei. In tutto, mettendo anche le spese incomprimibili, «circa 40 miliardi di manovra lacrime e sangue che il governo dovrà varare in autunno», spiegano le consuete slide preparate dagli economisti di Forza Italia.

Padoan, spiega Brunetta, «spera in una revisione in corsa delle regole contabili europee. Una pia illusione, non lo faranno mai a gioco iniziato». Proprio ieri il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha precisato che in maggio arriverà il giudizio sia sul «programma nazionale di riforme» sia sui progressi realizzati «nella procedura per squilibri macroeconomici eccessivi».

Impossibile realizzare i tagli delle tasse annunciati ed evitare gli aumenti dell'Iva. Entrambe le misure sono da finanziare. Proprio ieri è stata approvata la risoluzione di maggioranza al Def che impegna il governo a ridurre il cuneo fiscale per i giovani. Dalle cifre, spiega Romani, non c'è traccia della spending review, che è ricomparsa ieri nella risoluzione di maggioranza, ma solo come indicazione generica.

Poi la manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro. Nelle slide di Forza Italia si mettono in risalto «21 profili problematici». Andrea Mandelli ricorda lo split payment esteso ai professionisti. Un danno perché sottrae liquidità a delle categorie che erano state esentate dal pagamento anticipato dell'Iva perché già soggette a ritenute delle imposte sul reddito al momento dell'incasso. Non una misura di lotta all'evasione, quindi. Tra le osservazioni al Def ce ne sono alcune da stupidario. Occhiuto mette in risalto Il contributo per un milione di euro, in tutto, per incentivare i comuni minori ad accorparsi tra loro. Poi la possibilità per i comuni di assumere dipendenti a tempo determinato, con la sponsorizzazione del privato. Come fare a garantire che la sponsorizzazione non avvenga «strumentalmente, per carpire il favore dell'amministrazione comunale?», chiede Forza Italia. Pezzi di una manovrina che è diventata una finanziaria.

E non in senso buono.

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