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Ilva, protesta in Aula della Lega: "A casa voi, non gli operai"

Subito dopo l'intervento del capogruppo Riccardo Molinari, a seguito dell'informativa del governo sull'ArcelorMittal ex Ilva, tutti i deputati della Lega hanno esibito cartelli e striscioni con la scritta "A casa voi, non gli operai"

Ilva, protesta in Aula della Lega: "A casa voi, non gli operai"

Sempre più tensione sul caso dell'ex Ilva, e non solo a Taranto e nelle piazze. La polemica, come era facile prevedere, si è spostata in Parlamento e per la precisione alla Camera, dove si è tenuta l'informativa urgente del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Nel suo intervento, l'erede di Luigi Di Maio al Mise ha rivolto un appello a maggioranza e opposizione chiedendo di rispondere "in modo unito e unitario", senza "accusarsi vicendevolmente", alla crisi dell'azienda siderurgica a serio rischio chiusura dopo la revoca dello scudo penale ad Arcelor Mittal, il gruppo anglo-indiano che ha rilevato l'ex Ilva dalla famiglia Riva. Inoltre, Patuanelli ha evidenziato la "necessità di un grande atto di responsabilità di tutte le forze politiche. Lo dobbiamo al nostro Paese. Noi ci mettiamo la faccia e vogliamo essere sempre credibili".

Nel suo intervento spazio anche ad alcune stoccate ai nuovi proprietari degli stabilimenti di Taranto, Novi Ligure e Cornigliano (Genova): "I commissari straordinari nell'anno precedente hanno ottenuto risultati economici migliori di Arcelor Mittal, questa è la verità. Ma, quell'impresa, evidentemente, non aveva intenzione di fare produzione in quello stabilimento". Parole con cui di fatto il Movimento 5 Stelle rivendica la sua decisione, sostanzialmente imposta agli alleati di governo di Pd, Italia Viva e Leu, di non sottrarre Arcelor Mittal da eventuali responsabilità penali nell'attuazione del piano di riorganizzazione e attuazione del piano ambientale concordato nel 2018 con il governo gialloverde.

Un atteggiamento inaccettabile per la Lega. "Di fronte a questo disastro - ha incalzato il capogruppo leghista Riccardo Molinari - se volete chiamarvi fuori, avete la chance di staccare la spina al governo, perché il governo politicamente finisce oggi". La colpa dell'attuale situazione è da ricercare per l'esponente del Carroccio in una "ideologia", quella grillina, che costerà il posto di lavoro a "16mila lavoratori".

Per Molinari, i 5 Stelle "Hanno vinto anche sul fatto che il Parlamento è divenuto inutile, perché se non è in grado di opporsi a tutto questo ha perso la sua funzione". Ma, sottolinea ancora il capogruppo leghista, "di fronte a 16mila disoccupati non c'è logica di maggioranza. Chiedete agli operai dell'Ilva quanto è felice la decrescita". E non è finita qui. La colpa del passo indietro minacciato dagli anglo-indiani è da ricercare, secondo Molinari, in altre teorie del governo giallorosso. "Noi - ironizza il leghista - pensiamo di accogliere gli investitori stranieri facendo tintinnare le manette. Noi ci inventiamo la tassa sulla plastica, i dazi ce li mettiamo da soli. Ci siamo inventati l'ecotassa, la tassa sui poveri, bloccando 5 miliardi di euro di investimenti di Fca a Torino". Per non parlare poi della Tav, su cui - continua - "una forza politica ha fatto prevalere il buonsenso, oggi sull'ex Ilva c'è una maggioranza folle".

Al termine del suo intervento, i deputati leghisti in Aula hanno mostrato uno striscione in più pezzi - e un cartello a testa - con la scritta "A casa voi, non gli operai Ilva". Quindi è stata la volta dei cori al grido di "elezioni, elezioni". A riportare alla calma i leghisti è stato il presidente della Camera, Roberto Fico, il quale ha fatto rimuovere cartelli e striscioni, e richiamato tutti all'ordine. Anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha commentato il caso Ilva: "Se ci saranno proposte utili per salvare posti di lavoro la Lega ci sarà, "Ma ad oggi - ammette - non abbiamo ancora capito nulla. Per noi bisognerebbe tornare indietro, allo scudo proposto, promesso e votato", le sue dichiarazioni rilasciate a piazza Montecitorio.

D'accordo anche Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato: "L'ex Ilva è una bomba per il governo, oltre che per Taranto. Conte ammetta il fallimento di Pd e M5S su questo dossier e convinca la maggioranza a sostenere le proposte di Forza Italia.

Forse non salverà la poltrona, ma eviterà la chiusura dell'acciaieria e la perdita di posti di lavoro".

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