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Le imprese si dividono sulla flat tax

Confartigianato: le imposte vanno abbassate subito. Confindustria: gradualità

Le imprese si dividono sulla flat tax

Roma - Artigiani in pressing sul governo per ridurre la pressione fiscale. Ieri è stata la volta di Confartigianato. Il presidente Giorgio Merletti, intervenendo al congresso della confederazione, si è schierato dalla parte di chi vorrebbe accelerare l'attuazione della flat tax. «Il tema delle tasse è cruciale: ne paghiamo tante, troppe e lo spread fiscale tra noi e l'Europa è sempre troppo elevato: la differente pressione fiscale ci costa 18,6 miliardi rispetto alla media Ue», ha premesso Merletti.

Quindi: «Ben venga la flat tax, da noi un convinto plauso ad una drastica riduzione delle tasse per imprese e persone. L'abbiamo chiesta in mille versioni e, se adesso arriva, figuratevi se dissertiamo sui particolari!».

Per le imprese artigiane ci sono altri interventi urgenti. Tra queste la «deducibilità totale dell'Imu sugli immobili strumentali» e l'abolizione dello split payment.

Il fisco è una priorità per le aziende artigiane. Secondo uno studio della loro confederazione già subiscono un prelievo del 42,3% del Pil contro una media del 41,3% nell'Eurozona. Ma Merletti distingue tra le tasse che servono a «stimolare lo sviluppo» e quelle che incidono sul consumo. La precedenza va data alla riduzione delle prime. Mentre il blocco dell'aumento dell'Iva previsto dalle clausole di salvaguardia, «riteniamo che non vada considerato un dogma di fede».

Il ritorno della flat tax proprio nel giorno del rapporto Istat sulla povertà ha animato il dibattito politico. Il ministro allo Sviluppo Luigi Di Maio ha precisato che dovrà essere «uno strumento che deve servire ad aiutare le fasce più deboli», «non l'avrei mai accettata» se fosse stata una «misura che serve ad aiutare i ricchi». Tesi opposte da Pd e Leu. «Insistere sulla flat tax è immorale. Tutte le (poche) risorse di bilancio disponibili vanno concentrate sulla riduzione del carico fiscale per i redditi bassi» ha attaccato Stefano Fassina, di Liberi e uguali.

Nel centrodestra, Maurizio Gasparri di Forza Italia, polemizzando sui costi dell'immigrazione, ha messo in evidenza come i 4,1 miliardi potrebbero essere spesi per tagliare le tasse. «Preferiamo la flat tax alla immigration tax».

Anche il mondo delle imprese non è unito nella valutazione della flat tax. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia vorrebbe un approccio graduale, iniziando dal taglio del cuneo fiscale. Poi attenzione alle risorse disponibili. Il reddito di cittadinanza non è una priorità. «È evidente che nel Paese non si può fare tutto e subito dato il debito pubblico».

A proposito della pace fiscale, quindi della super rottamazione delle cartelle allo studio del governo, Boccia ha espresso un giudizio sostanzialmente negativo: «Noi i condoni fiscali non li amiamo».

Per le piccole imprese manifatturiere il presidente di Confimi Industria, Paolo Agnelli, ha sottolineato come la flat tax per le imprese non dovrebbe passare per il taglio dell'Ires, imposta sul reddito delle società che premia solo le grandi aziende.

Meglio agire sulle tasse indirette che fanno lievitare i costi di produzione.

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