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"Le imprese si sentono raggirate dall'esecutivo"

Il coordinatore del centro studi: «Nessuno choc fiscale, così aumenta la sfiducia di chi produce»

"Le imprese si sentono raggirate dall'esecutivo"

Milano «Le imprese del nord si sentono quasi raggirate, le aspettative sono state disattese, invece dello choc fiscale promesso ci sono stati solo dei piccoli segnali molto lontani da quanto annunciato, è inevitabile che si sia creato un clima di sfiducia da parte delle imprese» che ci sia spiega Paolo Zabeo, coordinatore del centro studi della Cgia di Mestre, attivissima associazione che rappresenta piccole imprese e artigiani del nord est. Un osservatorio privilegiato per capire il malessere del mondo produttivo del nord verso il governo.

Zabeo, anche sull'autonomia il governo Conte sembra remare in direzione opposta alle richieste delle regioni che producono il Pil.

«Certo, non hanno capito che l'autonomia è una partita decisiva per rendere competitiva tutta l'Italia rispetto ai paesi con cui le nostre imprese si confrontano quotidianamente: Germania, Francia e nord Europa. Il sistema centralista ha fallito, ha condannato il sud a vivere di spesa parassitaria e ha privato le regioni motore del Pil di risorse. Pensi che negli ultimi 15 anni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno trasferito al sud quasi 93 miliardi di euro, una cifra spaventosa che non è più sostenibile».

È per questo che dal nord arrivano segnali di insofferenza verso l'esecutivo?

«Per questo e molto altro. Pensi solo alle infrastrutture, un altro tema fondamentale per la crescita delle imprese. È chiaro che se non hai buone strade, porti facilmente raggiungibili, treni che arrivano in orario, si blocca tutto. E dal M5s arrivano soltanto dei no: no alla Tav, no al Mose, no all'Alta velocità Brescia-Padova, no alla Pedemontana, no alla Gronda di Genova, no a tutto. Senza infrastrutture perdi competitività e questo le imprese lo sentono subito sulla propria pelle. E questo fa sì che i politici del nord siano pressati a dare delle risposte, da qui le proteste dei governatori leghisti contro il loro stesso esecutivo».

A suo avviso è un governo meridionalista ostile al nord produttivo?

«Diciamo che certamente la componente M5s ha al sud il suo elettorato principale e quindi . La Lega cerca di tenere i piedi in due scarpe, finora Salvini è stato bravo a scaricare la colpa sui Cinque Stelle, ma il gioco non può durare a lungo».

Finirà che il nord abbandonerà la Lega?

«La Lega ha il vantaggio di avere una classe dirigente preparata al nord, ma la resa dei conti sarà dopo l'estate, con la legge di bilancio. Persterilizzare l'aumento dell'Iva e la flat tax serviranno qualcosa come 30 miliardi. La vedo dura.

Quella sarà la vera resa dei conti.

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