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Imu anche sulle scuole religiose Così rischiano di farle chiudere

La Cassazione accoglie il ricorso del Comune di Livorno contro due istituti privati Governo in difficoltà: "Sentenza ingiusta che rischia di far collassare il sistema"

Imu anche sulle scuole religiose Così rischiano di farle chiudere

Mazzata fiscale sulle scuole cattoliche, e paritarie in genere. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune di Livorno contro due scuole (religiose) della città che non hanno pagato l'Ici.

Secondo la Suprema corte - spiega un comunicato del comune toscano - visto che «gli utenti della scuola paritaria pagano un corrispettivo per la frequenza, tale attività è di carattere commerciale». E di conseguenza, devono pagare l'Ici arretrata. Tra l'altro - commenta sempre il municipio di Livorno - «questa sentenza assume rilievo ai fini dell'interpretazione delle disposizioni in materia di Imu, relativamente all'imposizione fiscale dall'anno 2012».

Insomma, le due scuole in questione dovranno pagare 422mila euro di Ici arretrata per il periodo 2004/2010, e l'Imu per il 2012.

La vicenda è nata nel 2010, quando il comune era retto da Alessandro Cosimi, Pd. Ed ora proprio dal Pd vengono le critiche più violente contro la sentenza della Cassazione. Edoardo Patriarca, membro della commissione Affari sociali della Camera. «La sentenza rischia di mandare zampe all'aria non pochi istituti», commenta. «Vengono assimilati ad attività commerciale, quando in realtà svolgono un servizio pubblico». Identica posizione da parte del sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi (Ncd). «Se le scuole paritarie dovranno pagare l'Imu, molte alzeranno la retta o chiuderanno».

E proprio l'argomento-retta introduce una discriminante sul pagamento dell'Ici/Imu. Sembra che l'imposta debba essere pagata dalle scuole che applicano rette superiori ai 7mila euro all'anno.

«Sono sentenze che lasciano interdetti, perché costringeranno le scuole paritarie a chiudere». Don Francesco Macrì, presidente della Fidae (Federazione Istituti di attività educative), non usa mezze misure dai microfoni di Radio Vaticana . E spiega che «il profitto nelle scuole, che non siano i cosiddetti diplomifici, non esiste. Queste scuole finora sono sopravvissute perché sostenute dai religiosi - preti o suore - che lavorano a titolo completamente gratuito». E mentre in Europa, «dove le scuole paritarie vengono sostenute in tutti i modi (sotto il profilo legislativo, sotto il profilo economico, sotto il profilo fiscale) in Italia - sottolinea don Macrì - vengono continuamente penalizzate, quindi costrette a sparire».

Nel nostro paese sono oltre 13mila le scuole paritarie (soprattutto asili, 10mila) e per il 63% sono cattoliche. Le frequentano circa un milione di studenti.

Mentre per i primi cicli di istruzione (asili, elementari e medie) c'è una netta prevalenza di istituti che fanno riferimento a ordini religiosi, per le superiori c'è una prevalenza degli istituti laici.

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