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«Indice di degrado, grave non notarlo»

L'infettivologo: «Bastano poche misure di igiene, il Sud è in ritardo»

Roma «Formiche in reparto? Un grave indice di degrado». Gianni Rezza direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità non vuole pronunciarsi sul caso specifico anche perché le formiche in un letto d'ospedale rappresentano davvero un caso limite.

Ma anche nei paesi più avanzati il problema dell'igiene e dunque delle infezioni nei luoghi di cura non è mai stato completamente superato e circa il 15 per cento dei pazienti ospedalizzati vengono colpiti da infezioni di varia natura. Si calcola che siano circa 5 milioni i casi di infezione che si verificano negli ospedali europei ogni anno, con un impatto economico sul sistema sanitario che oscilla tra i 13 e i 24 miliardi di euro

Professor Rezza ma come può accadere che un letto d'ospedale sia invaso dalle formiche senza che nessuno lo noti?

«Non so quello che è accaduto dunque non mi pronuncio. So che il ministero ha già inviato gli ispettori e sono certo che faranno chiarezza. Indubbiamente è un indice di grave degrado mi chiedo come sia possibile che nessuno se ne sia accorto. È ovvio che le formiche in un letto d'ospedale non devono arrivarci».

Ma al di là del caso specifico delle formiche è vero che in ospedale i rischi di infezione sono tantissimi.

«Le infezioni ospedaliere sono un fattore importante che incede sulla salute pubblica e sulla qualità di vita del paziente in ospedale ma molto spesso si tratta di un prolungamento della complessa questione conseguente allo sviluppo delle antibioticoresistenze».

Come si prevengono situazioni gravi?

«In realtà basta rispettare semplici norme di igiene. Occorre sempre lavarsi le mani prima di passare da un paziente all'altro Qualche anno fa l'Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato le raccomandazioni per un corretto comportamento nelle corsie d'ospedale. Occorre lavarsi le mani prima di toccare il paziente; prima di qualsiasi procedura di pulizia o di sterilizzazione; dopo l'esposizione o il contatto con fluidi corporei; dopo aver toccato un paziente; dopo qualsiasi contatto con l'ambiente di degenza».

Ma in Italia a che punto siamo?

«La situazione è come per molti altri settori a macchia di leopardo. Esiste indubbiamente un gradiente di efficienza e di risultati tra Nord e Sud»

FA

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