L'articolo della domenica

Insegniamo ai migranti i mestieri degli italiani

Creiamo scuole professionali per trasmettere a chi arriva i lavori che qui stanno sparendo

Migranti sulla spiaggia di Ventimiglia
Migranti sulla spiaggia di Ventimiglia

Enrico Bracalente, il titolare di NeroGiardini, recentemente mi diceva che «quasi tutti gli imprenditori del manifatturiero del passato sono cresciuti imparando un mestiere come ho fatto io presso un artigiano o un'impresa. Ed avevamo tutti una grande abilità, una grande destrezza manuale. Ma questo tipo di formazione va scomparendo. I ragazzi vanno alle scuole medie superiori e all'università, anche i genitori non li indirizzano verso attività tecnico-manuali. Il risultato è che ci sono moltissimi giovani disoccupati e, nello stesso tempo, c'è una generazione di operai che sta per andare in pensione e che non sappiamo come rimpiazzare». Mentre Bracalente parlava, io pensavo ai molti ragazzi che studiano malvolentieri e alla gran massa di immigrati che arrivano dall'Africa e che teniamo a non far nulla nei centri accoglienza, o che bighellonano nelle nostre città. Sono sani, giovani e forti, dovrebbero tutti lavorare e potrebbero farlo se venissero inseriti in un sistema di scuole professionali con dei laboratori moderni e con i nostri esperti artigiani che trasmettono loro quel sapere manuale che è sempre stato un punto di forza del manifatturiero italiano e che rischiamo di perdere.

Per fronteggiare il problema delle migrazioni non basta discutere di quote o rappacificare Siria e Libia. Molti di questi giovani immigrati, anche se sognano di andare in Germania, finiranno per fermarsi da noi e altri ancora ne arriveranno, perciò provvediamo per tempo a metterli in scuole in cui imparino la nostra lingua e i nostri lavori. Devono essere scuole di buona qualità e con insegnanti realmente esperti. Poiché le migrazioni sono inevitabili, dobbiamo trovare il modo di ricavarne un vantaggio. Siamo un Paese di vecchi, abbiamo bisogno di giovani operai, prendiamoli da dove vengono, prepariamoli. Trasmettiamo loro il nostro sapere, diamo loro un lavoro di cui essere fieri.

Qui mi rivolgo personalmente al ministro Giannini, pregandola di parlarne a Renzi e di fare un grande programma di scuole professionali e tecniche tanto per ragazzi italiani come per immigrati da collocare al centro dei nostri distretti manifatturieri prevedendo che ci siano anche degli alloggi.

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