Ponte crollato a Genova

Interrogatori al via In arrivo altri avvisi di garanzia

L'inchiesta sul crollo di ponte Morandi a Genova

Interrogatori al via In arrivo altri avvisi di garanzia

Genova - Potrebbe salire il numero degli indagati nell'inchiesta sul crollo di ponte Morandi a Genova. A un mese esatto dal disastro che ha segnato per sempre la storia della città, nel giorno del silenzio e del ricordo che il capoluogo ligure dedicherà alla memoria delle 43 vittime, prosegue a ritmi serrati l'indagine della procura sulle cause della tragedia.

Oggi inizieranno gli interrogatori dei 20 indagati: i pm genovesi titolari del fascicolo sentiranno per primi i membri del comitato tecnico del Provveditorato alle Opere Pubbliche di Liguria, Piemonte e Valle D'Aosta: Antonio Brencich, Bruno Santoro, Mario Servetto e Giuseppe Sisca.

Nei giorni scorsi sono diverse le persone ascoltate in qualità di persone informate sui fatti ma al momento, come precisato ieri dal procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, in un incontro con la stampa, nel registro degli indagati i nomi restano 20.

Nel frattempo è stato fissato per il 25 di settembre l'incidente probatorio che servirà ad accertare lo stato dei detriti e delle parti rimaste in piedi del viadotto, cristallizzando il materiale e permettendo poi le operazioni di abbattimento dei due tronconi del viadotto Polcevera, sui quali da oggi inizierà il montaggio dei sensori di stabilità. Tre i periti nominati: si tratta di Gianpaolo Rosati del Politecnico di Milano, Massimo Losa dell'università di Pisa e Bernhard Elsener, dell'ateneo di Zurigo.

Ieri si è tornati a parlare anche dell'eventuale ipotesi di un vizio progettuale originario alla base del crollo, risalente alla progettazione stessa di Riccardo Morandi. «È prematuro e congetturale formulare un'ipotesi di questo genere - ha chiarito Cozzi - anche perché il ponte è crollato dopo 51 anni. Ci sono anche bombe a orologeria tarate a 61 anni ma sono molto rare».

Sul fronte dell'identificazione delle cause del crollo il lavoro dei magistrati si concentra su quelli che il procuratore definisce «momenti topici nella vicenda, che segnano il percorso vita dell'infrastruttura stessa, per vedere che cosa è stato fatto in relazione a questi momenti». L'obiettivo è valutare lo stato del ponte a ritroso nel tempo, non solo nell'ultimo periodo prima del crollo.

Per far fronte alla mole di lavoro la procura di Genova ha chiesto la collaborazione del ministero della Giustizia per i materiali e il personale amministrativo necessario a svolgere tutte le attività. Al Csm è stato chiesto di provvedere con tutti i modi possibili alle vacanze organiche.

Oggi, a un mese esatto dal crollo del ponte Morandi, al nono piano della procura si entrerà nel vivo degli interrogatori: compito dei pm parallelamente all'accertamento delle cause sarà individuare la catena di comando e eventuali responsabilità legate alla manutenzione del viadotto.

«In procura ci stiamo occupando dalle 11,37 del 14 agosto di questa vicenda - ha sottolineato ancora Cozzi - ci penseremo ancora e il nostro pensiero particolare non può che andare a chi ha subito danni irrimediabili da questa tragedia, partendo dalle vittime e dalle più innocenti e giovani».

«Non siamo di ferro, come il ponte - ha concluso -. Non può che provocare per sempre commozione.

Tutto questo non deve succedere».

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