Politica estera

Intervento in Niger, i governi vicini prendono tempo

L'Ecowas rinvia la riunione, la Nigeria e gli altri Paesi non sanno quanti militari inviare

Intervento in Niger, i governi vicini prendono tempo

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L'opzione militare è ancora sul tavolo ma la riunione dell'Ecowas è stata rinviata a domani. Il summit si sarebbe dovuto tenere ieri ad Accra, in Ghana. Ma secondo fonti di Al-Arabiya e Al-Hadath non è ancora pronta la Ecowas Standby Force, le truppe di riserva che gli Stati membri hanno deciso di attivare. Al momento le sue componenti principali corrispondono alle forze militari dei principali Paesi partecipanti, ovvero Nigeria, Senegal e Costa d'Avorio. Nel 2022 avevano eserciti composti rispettivamente da 223 mila, 27mila e 19mila soldati. Al momento l'unico Stato a dire quanti militari metterà a disposizione è stata la Costa d'Avorio. Il presidente Alassane Ouattara ha promesso di inviarne «tra 850 e 1.100».

E mentre in serata i leader religiosi nigeriani sono arrivati in Niger per incontrare i membri delle forze armate che hanno preso il potere dopo il golpe del 26 luglio, migliaia di pro-gopisti hanno manifestato davanti all'ambasciata francese al grido di «Abbasso la Francia! Abbasso l'Ecowas!». Hanno sventolato bandiere russe, oltre che nigerine. Il regime militare sta cavalcando un'ondata di sostegno popolare radicato nel profondo risentimento per i fallimenti dei suoi leader. Mentre l'élite politica ha spesso prosperato, a volte attraverso la corruzione, la gente comune convive con la violenza dell'estremismo islamico, servizi scarsi, disoccupazione alle stelle e mancanza di beni di prima necessità. All'inizio i golpisti affermavano di aver preso il potere per proteggere meglio la nazione dall'esplosione della violenza islamista, ora sono passati a una narrazione incentrata sul presunto sfruttamento delle risorse da parte della Francia, l'ex potenza coloniale. La nuova retorica potrebbe anche essere concepita per distogliere l'attenzione dalle vere ragioni del golpe. Bazoum, eletto nel 2021 con il 55 per cento dei voti, quest'anno ha emarginato una serie di alti ufficiali e si pensa che stesse progettando di licenziare lo stesso Abdourahamane Tchiani, il nuovo uomo forte del Niger.

Il pericolo che la situazione degeneri infatti è sempre lì. Air France ha prorogato «fino al 18 agosto compreso» la sospensione dei voli per Mali e Burkina Faso.

E ancora una volta il segretario di stato americano Antony Blinken ha ribadito la sua «grave preoccupazione» per lo stato di salute di Bazoum, che secondo il capo della Politica estera dell'Ue Josep Borrell è stato privato «di cibo, elettricità e cure mediche per diversi giorni».

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