Cronache

Investe pedoni dopo una canna Ma il giudice gli ridà il taxi

Investe pedoni  dopo una canna Ma il giudice gli ridà il taxi

Milano - Il Comune di Milano condannato a pagare 6mila euro di spese legali. Il giudice di Pace Michela Casiraghi della VI sezione civile, infatti, ha accolto il ricorso presentato da un tassista milanese contro l'amministrazione, annullando il verbale di sequestro dell'auto. Si tratta di un caso unico: è la prima volta che l'amministrazione viene condannata a pagare un tale somma per una causa persa. Per come si è svolto l'iter giudiziale ci si può «spingere» nel dire che il Comune forse ha sbagliato la strategia e che avrebbe potuto gestire diversamente la vicenda.

I fatti: la mattina del 12 agosto 2016 in via Farini all'angolo con viale Stelvio un tassista in servizio investe due pedoni che attraversano sulle strisce, svoltando a destra. Racconta di essersi distratto perché sentiva suonare un cellulare nel sedile posteriore dell'auto, telefono che dovevano aver dimenticato i passeggeri appena trasportati. Il tassista urta i pedoni, rimasti feriti lievemente, ma non si ferma a prestare soccorso. Viene rintracciato in giornata. I vigili dispongono la sospensione della patente e il sequestro del mezzo per guida sotto effetto di stupefacenti. Vengono fatti gli esami del sangue al conducente, ma non viene compilata la descrizione sintomatologica. Il conducente dell'auto bianca «aveva ammesso di aver fumato uno spinello - si legge nella sentenza - la sera precedente, ma non vi era prova dello stato di alterazione psichica al momento della guida indotta dal principio attivo della cannabis perché dagli esami effettuati era risultata unicamente la presenza di tracce, ma ciò non provava l'alterazione psichica in atto al momento del sinistro, prevista come fattispecie di reato».

Il 25 ottobre 2016 il Comune si costituisce chiedendo il rigetto del ricorso. Il giudice di pace, al contrario, accoglie il ricorso del tassista che sosteneva che non ci fosse prova del suo stato di alterazione psicofisica al momentodell'incidente. Tesi che era stata accolta dal Pm che aveva chiesto l'archiviazione del procedimento penale già il 30 giugno 2017, sia dal Gip il 22 settembre. Tradotto: non c'erano le condizioni per sequestrare il veicolo, decaduto il procedimento penale. Il Comune avrebbe potuto tentare la via della conciliazione per ridurre il costo della causa. Forse insomma avrebbe potuto gestire la vicenda in maniera diversa, per risparmiare.

Solo lo scorso anno Palazzo Marino ha perso 500mila euro in spese legali per cause perse, mentre in media negli ultimi anni la cifra si aggira sui 200mila euro.

Diversi i motivi: la mancata presentazione di memorie difensive perché gli uffici preposti sono sotto organico, scelte sbagliate come quella di stabilire la decorrenza della data di notifica delle multe scattate con autovelox nel momento in cui l'agente verifica il verbale, multe nulle, cioè compilate con dati sbagliati.

Commenti