Politica

Invita gli amici a vendemmiare Si becca 19mila euro di multa

Blitz dell'Ispettorato del lavoro in una piccola vigna piemontese Il contadino: «Il caporalato è una cosa seria. Questa è una farsa»

Eravamo quattro amici in vigna: potrebbe essere questo il titolo di una canzone che volesse narrare quando è accaduto a Castellinaldo d'Alba, piccolo comune nelle colline del Roero, in Piemonte, dove il numero dei vigneti supera di gran lunga quello dei residenti. Un uomo, che si definisce «agricoltore per passione», è stato multato dall'Ispettorato del lavoro, per aver coinvolto i suoi amici nella vendemmia del suo podere, per poi ricompensarli con una cena. Una «scampagnata» che si è però conclusa con una multa di 19mila euro. Il caporalato e il lavoro nero sono cose serie. Questa storia è invece una farsa.

Battista Battaglino invita alcuni amici a casa sua e, tra una fetta di salame ed un bicchiere di vino, il gruppetto decide di iniziare a raccogliere l'uva nella vigna dell'amico. I filari sono carichi di grappoli, per lo più di uva barbera e nebbiolo, ormai maturi al punto giusto per essere vendemmiati. La comitiva si arma di cestini e buona volontà ma dopo aver reciso pochi grappoli, si blocca, perché, come ha raccontato Ada Bensa - compagna di Battaglino e bidella - sindacalista in una scuola cuneese - in una lettera a «Specchio dei Tempi» de La Stampa : «Siamo stati circondati da carabinieri e funzionari dell'ispettorato del lavoro. Ci hanno chiesto i documenti e hanno redatto un verbale di denuncia di lavoro nero». E così una giornata che doveva essere allegra e spensierata, ha un finale salato per le tasche di Battaglino, al quale viene chiesto di pagare una multa di 19mila e 500 euro, ossia tre mila e 900 euro per ognuno dei quattro amici.

«È assurdo - prosegue la signora Ada -. Volevamo aiutare Battista e gli abbiamo procurato un danno enorme. In campagna è consuetudine aiutarsi l'un l'altro. Senza il timore di essere catalogati come evasori, o peggio ancora, ritenuti dei caporali che sfruttano le persone facendole lavorare in nero».

Battaglino, che tra pochi giorni sarà chiamato negli uffici dell'ispettorato del lavoro per verbalizzare la multa, dichiara amareggiato: «La burocrazia ci soffoca, va a finire che abbandonerò le vigne, perché non merita lavorare tanto per poi avere questi risultati».

E mentre il sindaco di Castellinaldo, Giovanni Molino, difende a spada tratta il suo concittadino, spiegando che: «Qui la gente si aiuta, si spacca la schiena su queste colline ed è assurdo che un uomo come Battista, che manda avanti questi pochi filari da solo, con grande sacrificio, venga additato come evasore. È pazzesco che debba pagare una multa del genere», il caso sembra essere destinato a creare non poche polemiche. Perché se è un dato di fatto che burocrazia e regole, che spesso non conoscono il contesto nel quale vengono applicate, soffocano il settore agricolo, è anche vero che possedere un ettaro di vigna in Langa, i cui prezzi sono tra i più alti del mercato ad uso agricolo, come è il caso di Battaglino, significa essere catalogati nel settore definito: «attività economica». E questo al di là del fatto che l'uva venga utilizzata per dar vita ad un vino che non è commercializzato, realizzato, tra l'altro, con dei grappoli che hanno il bollino di riconoscimento per essere prodotti su un terreno riconosciuto a denominazione di origine controllata.

A cercare una via di uscita per mettere tutti d'accordo è il sindaco Molino: «Inviterò questi funzionari del lavoro a una riunione con tutti coloro che coltivano un pezzo di terra.

Voglio che ci spieghino cosa dobbiamo fare per lavorare senza la paura di dover pagare multe».

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