Cronache

"Io disabile ostaggio dell'immondizia"

Alessandra: «Le montagne di sacchetti mi impediscono di entrare in certe vie»

"Io disabile ostaggio dell'immondizia"

«Tutte le strade portano a Roma», recita un vecchio adagio. Eppure, nella Capitale a 5 Stelle trasfigurata dall'emergenza rifiuti nel più squallido dei motel potrebbe anche accadere che, se una patologia congenita ti dovesse inchiodare alla sedia rotelle, la «monnezza» non sia solo sorci e degrado. Ma altro.

«Hai mai visto i rifiuti che invadono le strade con gli occhi di un disabile?», domanda Alessandra, 45 anni e una spina bifida che non ha mai permesso alla suola delle sue scarpe di consumarsi. Ieri, questa donna, spalleggiata dal Comitato di quartiere Beltramelli-Meda, è stata protagonista di un video di denuncia tristemente unico nel suo genere. Voleva solo comprare delle zucchine, Alessandra. Doveva raggiungere il supermercato. Ed era da sola. Ad aspettarla, a casa, due genitori ultrasettantenni. Ma, in via Olindo Malagodi, si è imbattuta in un cumulo di spazzatura così alto da sbarrarle strada. L'ennesima barriera architettonica. «Un ostacolo alla mia libertà», lo definisce lei, mimando con la mano la sagoma di una montagna. Alessandra, però, è caparbia. E determinata a comprare quelle maledette zucchine. Così, spiega la donna, «ho chiesto aiuto, anche se non mi piace perché è una dipendenza forzata». A liberarle il passaggio è intervenuto Fabrizio Montanini, del Comitato Beltramelli-Meda. Uno per uno, ha sollevato i sacchetti da terra, e ha aperto una via sufficientemente larga per procedere in direzione del supermercato. Perché, se la rete grillina è ridotta a un colabrodo, quella sociale tiene. E il quartiere di Pietralata scende in campo, coralmente, con la stessa rapidità con cui il sindaco di Roma condivide vacue rassicurazioni social. L'operazione in soccorso di Alessandra, poi, è stata filmata e messa on line. Le condivisioni hanno fatto il resto. In pochi secondi il profilo Facebook della sindaca pentastellata è stato sommerso, proprio come le strade della Capitale, da commenti e insulti. Così, oggi, in via Olindo Malagodi e nelle strade limitrofe, c'è un insolito via vai di operatori ecologici. Attorno ai cassonetti che, ieri, vomitavano rifiuti, adesso, non c'è più nemmeno una mollica.

Forse quella barriera di sacchi di spazzatura è invisibile per davvero? O, forse, chi è invisibile sono le persone come Alessandra. «Siamo stanchi di queste balle», irrompe Montanini in difesa della donna, invitandoci poi a seguirlo. Basta attraversare via Tiburtina allontanandosi, di pochi metri, dalla zona appena bonificata per imbattersi ancora nel degrado. «Si vede proprio che, qui, le telecamere non sono arrivate, eh?», osserva sarcastico. «Se dovessi procedere passare di qui sarebbe un problema», ribatte Alessandra che oggi, per fortuna, non deve fare commissioni in quella zona. Vorrei far passare una giornata in carrozzina alla Raggi, così forse si renderebbe conto», chiude lei non prima di assicurarsi che domani la sua storia finirà sul giornale.

Lo vuole comprare assolutamente, dice, e, stavolta, il tratto di strada che la separa dall'edicola non presenta ostacoli.

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