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"Io ex comunista, sto col governo su Africa e migranti"

L'ex governatore residente in Tunisia: "Partono anche i benestanti, sognano l'Italia. Il piano Mattei? La cosa giusta da fare"

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«L'accordo con la Tunisia è giusto, è nell'interesse di tutti. Alla Turchia l'Europa paga miliardi, anche se non è una democrazia. Ma interessa alla Germania, per controllare quel fronte migratorio, e allora i soldi vanno bene. Tunisi va aiutata, va sbloccato anche il finanziamento del Fmi. Sembrerà strano detto da me, ma ha ragione la Meloni». L'ex governatore siciliano Rosario Crocetta, ex Pci, ex Rifondazione e ex Pd, risponde da un telefonino tunisino, quello italiano lo accende solo in casa, dove ha il wifi. «Sennò ogni telefonata mi costa un patrimonio».

Però lei è un pensionato d'oro, di quelli che si sono trasferiti in Tunisia anche per la convenienza fiscale.

«Macché d'oro, la mia pensione da ex politico non può essere trasferita all'estero, quindi viene tassata in Italia come tutte le altre. Ci sono migliaia di italiani, invece, tanti ex magistrati, soprattutto ad Hammamet, che in Italia pagherebbero il triplo delle tasse sulla pensione».

I tunisini scappano, gli italiani arrivano.

«È un paese in grande difficoltà, con un altissimo tasso di disoccupazione tra i giovani. Ma non è vero che è una dittatura, che non rispettano i diritti umani, che sono razzisti verso gli africani del Sahel. Io sono un amante del Terzo mondo, però capisco bene Saied (il presidente tunisino, ndr) che ha cercato di dire in qualche modo basta immigrati irregolari. Non vuol dire che odino i neri. È un paese che va aiutato, sono nostri vicini di casa e siamo i maggiori esportatori dopo la Francia».

Perché partono verso l'Italia?

«Amano l'Italia, il nostro cibo, lo stile di vita. Nel caffè vicino a casa mia c'è il figlio del proprietario che ha la barca, va in palestra, fa una bella vita. Però mi dice sempre che vorrebbe andare in Italia. Da quando ha capito che non lo avrei aiutato non mi parla più».

Quindi non partono i disperati.

«Anche i disperati, ma anche quelli che stanno bene».

E cosa si aspettano dall'Italia?

«Si aspettano un lavoro, una vita diversa. Alle nuove generazioni mica piacciono i veli, i burqa, gli piace vivere alla occidentale».

Credono di trovare l'Eldorado.

«Non gliene frega niente se rischiano la pelle. Loro sentono solo le cretinate dell'immigrato tunisino che è stato in Italia si è affittato la macchina di lusso e poi viene qui e dice che è sua. Pensano di venire da noi e fare la bella vita. La Rai Sicilia dovrebbe fare trasmissioni in arabo per fargli capire la realtà che li aspetta. E il governo fa bene a fare i decreti flussi per gli ingressi regolari».

Il trasferimento in Albania può scoraggiarli?

«Per loro l'Albania è già Europa. Comunque non voglio essere profeta di sciagura, spero che funzioni».

Serve un piano Mattei per l'Africa?

«È l'unica cosa logica da fare».

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