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"Io, gay di destra, dico no alle nozze omosessuali"

L'esponente di Fdi Mario Fulgy Ravetto: "Le unioni civili sono il cavallo di Troia per l'utero in affitto. Se passano, le basi della società sono a rischio"

"Io, gay di destra, dico no alle nozze omosessuali"

«In tanti anni non ho mai sentito il bisogno di dichiarare la mia omosessualità, pur nota a tutti i miei amici, perché non ritengo sia argomento da conversazioni pubbliche». A fare outing è Mario Flugy Ravetto, siciliano di buon lignaggio e militante da sempre nella destra, dal Msi a Fratelli d'Italia di cui oggi è esponente. E la colpa è, spiega, di Monica Cirinnà e del Pd. «Se oggi mi ritrovo a metterla in piazza è perché la posta in gioco è altissima: la legge sulle unioni civili è cavallo di Troia di una deriva che può mettere in discussione il fondamento stesso della società».

Caspita. E perché mai?

«Perché è solo il primo passo di ciò che accadrà di qui a un anno o poco più, se si andasse alle elezioni e vincesse Renzi: matrimonio gay, adozioni, uteri in affitto, fecondazioni artificiali. Fino a sconvolgere l'equilibrio determinato dalla natura o dal buon dio, a seconda delle opinioni. Una follia».Scusi la domanda personale, ma lei ha mai avuto un compagno stabile?«Ho un carattere troppo cattivo. Ma ho avuto anch'io rapporti duraturi, sì. E non ho nulla contro la stabilizzazione delle coppie e il riconoscimento di diritti: se mi ammalo, il mio compagno deve potermi assistere. Se muoio, è giusto che abbia la reversibilità della pensione».

Dunque cosa toglierebbe il matrimonio omosessuale alla società?

«Non toglie niente. Ma dobbiamo capire quale sia il senso del matrimonio: la religione non c'entra, è arrivata dopo. È stato inventato per distinguere la sua stirpe dalla mia. E quindi che senso ha se non produce figli? E i figli, mia cara, come ebbe a dire Giovanni Paolo II si producono con una scopata».

Disse proprio così?

«Disse con un atto d'amore ma il senso era quello. Due uomini o due donne non possono riprodursi, così nel loro caso il matrimonio non ha senso».

Io sono sposata e non abbiamo voluto figli: dunque anche il mio matrimonio non ha senso?

«Secondo me proprio no, se mi perdona l'impertinenza. D'altronde credo che la chiesa cattolica abbia torto marcio sull'indissolubilità del matrimonio, ma questo è altro discorso. Non è stata l'introduzione del divorzio a mettere in crisi la famiglia: la disgregazione è iniziata nel '75 con la riforma del diritto di famiglia».

Perché?

«Perché le mogli (o i mariti) sono diventati eredi pieni. Fu studiata a tavolino dal Pci per mettere in discussione i patrimoni ereditari. Così si introduce la possibilità che vengano trasmessi ad eredi senza alcun legame di sangue».

Non le pare una visione un tantino feudale?

«Sta dicendo che son rimasto fermo al 13 luglio del 1789? La risposta è sì: penso che l'Armageddon che stiamo vivendo sia iniziato allora».

Insomma, ad un suo compagno di vita non vorrebbe lasciare eredità?

«Al massimo un ricordo personale, certo non il mio patrimonio familiare. Vede, con la legge Cirinnà in apparenza non accadrà nulla.

Ma alla lunga si minerà la ragion d'essere della società».

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