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"Io, Salvini e Renzi..." I voti di Confalonieri ai "Mattei" della politica

Il presidente Mediaset confessa: "Io un po’ leghista...". E sull’amico Silvio: "È il monarca"

"Io, Salvini e Renzi..." I voti di Confalonieri ai "Mattei" della politica

«Uè, io un pochino leghista lo sono sempre stato. Perché sono nato a Milano e perché Bossi mi è sempre piaciuto. E devo dire che uno come Salvini che porta un partito dal 4 al 17%, ha talento, anche se dice un po’ di battute brutte sui “negher”, ma ha la testa sulle spalle». L’endorsement a sorpresa al leader leghista arriva da Fedele Confalonieri, il migliore amico di Silvio Berlusconi, il compagno di mille avventure professionali e personali. Invitato nella tana del lupo, in quel Festival della Tv patrocinato da Carlo De Benedetti nel «buen ritiro» di Dogliani (si vede che i tempi dei grandi scontri tra gruppi editoriali sono passati), il presidente di Mediaset, in versione spumeggiante, non si è sottratto alle domande anche più insidiose di Aldo Cazzullo, firma del Corriere della Sera, da Dell’Utri a Bollorè a Mediaset. Dai ricordi degli inizi con Berlusconi («non è vero che cantavamo insieme sulle navi, io soffro il mare..» a «già all’oratorio voleva fare l’allenatore della squadretta di calcio»), fino all’attualità. E, dunque, il Governo? «Eh io che ne so, non lo sanno neppure loro». Salvini erede di Berlusconi? «Ma va, Berlusconi è un monarca assoluto, come diceva Luigi XV dopo di me il diluvio... uno non ha il quid, uno non ha il quod, lui è fatto così, c’è solo lui». E Renzi? «Ha 40 anni, tanto futuro, è come Berlusconi attaccato da tutti ma dall’altra parte politica». Sivio ascolta qualcuno? «Ascolta tutti, ma poi fa come vuole lui, come fanno appunto i monarchi». Anche sulle donne? «Certo. Già quando eravamo ragazzi l’ho licenziato dalla nostra band perché invece di suonare andava giù dal palco a ballare con le ragazze». A 82 anni non sarebbe arrivato il momento di ritirarsi? «Ma se si è rifatto tutto nuovo...» I Cinque stelle? «Hanno il 32%, provino a prendere in mano il giochino, non penso che possano disfare il paese». Mediaset prima o poi si venderà? «Mai finché ci sarà Silvio, lui non vende mai, tranne il Milan ma è stata una grande ferita (e una vendita vera)». Bollorè? «È un grande imprenditore spregiudicato che ha fatto molte cose, ma con noi si è comportato male, non ha rispettato il contratto». I figli? «Pier Silvio e Marina sono bravissimi, anche Luigi in finanza, di Barbara non parlo per amore del Milan ed Eleonora fa la mamma». Mediaset salva grazie all’ingresso in politica... «Ma va, l’azienda sotto attacco da tutte le parti si è salvata grazie all’ingresso in Borsa, ovvio il conflitto di interessi c’è, ma abbiamo sempre cercato di essere imparziali, da noi c’era Mentana, c’è Ricci». Appunto Ricci... «Ah con lui ho litigato di brutto perché a Striscia ha fatto vedere le falle del sistema di sicurezza per entrare nel Duomo di Milano e io sono presidente della Fabbrica... per colpa sua le code ai controlli si sono allungate, ma in un’azienda mica si può andare d’accordo con tutti, pure De Benedetti litiga con Scalfari...». Mario Giordano che ha lasciato la direzione del Tg4... «Normali avvicendamenti di direttori». De Filippi e d’Urso? «Sono come le Wanda Osiris dei miei tempi, sanno bene quello che valgono». Troppi reality diseducativi? «Non sono un fan di questi programmi, ma fanno tanti ascolti e ci danno gli stipendi....» Dell’Utri in carcere? «Vado spesso a trovarlo, una vergogna, è molto malato, il suo è un reato che non esiste come non esiste la trattativa Stato-Mafia». Mangano? «Nessuno sapeva che era mafioso quando stava ad Arcore». «Loro», il film di Sorrentino su Berlusconi? «Non l’ho ancora visto, ma i film di quel regista non mi piacciono molto... comunque se il film incassa dovrà pagare i diritti a Silvio...».

La patrimoniale? «Sono d’accordo, chi ha di più deve essere generoso».

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