Cronache

"Io sindaco donna volevo integrarle ma il mio corso di lingua è stato un flop"

Il primo cittadino di Borghetto Lodigiano: "Iscritte 3 islamiche su 400"

"Io sindaco donna volevo integrarle ma il mio corso di lingua è stato un flop"

L'idea è nata nel nome dell'integrazione. «Una sfida possibile?» si era chiesta senza pregiudizi la sindaco di Borghetto Lodigiano, Giovanna Gargioni in carica da maggio del 2014 in quota Lega Nord. Alla guida di un paese di poco più di quattro mila abitanti, in provincia di Lodi, il primo cittadino si era ritrovata fin dall'inizio davanti a una situazione in cui gli immigrati non sono pochi: 700 gli iscritti all'anagrafe. La maggior parte di origine araba, seguiti da rumeni e albanesi. «Con una presenza così forte di stranieri, la domanda sull'integrazione è quasi d'obbligo», spiega la Gargioni al Giornale. E pensare alle donne è stata praticamente una conseguenza immediata. «Sono loro infatti quelle più emarginate, che restano a casa tutto il giorno, a badare ai figli, che hanno meno possibilità di integrarsi, di farsi capire». E allora eccola l'idea, quella del corso di lingua per donne, completamente gratuito, dedicato e cucito addosso a loro. «Il corso era già stato attivato dall'amministrazione precedente, noi lo abbiamo ripreso, con l'idea di rilanciarlo, pensavamo di fare una cosa interessante, utile, non veniva chiesto loro nessun contributo economico. Gratuito in tutto e per tutto, libri di testo compresi, le insegnanti volontarie avevano dato la loro massima disponibilità, addirittura per evitare problemi con orari avevamo scelto di evitare il sabato, e di farlo in settimana. Spesso molte di loro hanno famiglie numerose da gestire, bambini piccoli, volevamo agevolarle in ogni aspetto pratico, anche l'orario era in prospettiva di un coinvolgimento più conciliante con la famiglia. Avevamo così optato per le due del pomeriggio, un impegno di un'ora, una volta alla settimana». Un'idea pratica, un'opportunità per conoscere il paese che le ospita, un antidoto all'isolamento culturale a cui spesso vengono sottoposte, un modo per entrare in contatto con altre donne, straniere e italiane, l'accesso ad un mondo che troppo spesso resta fuori portata. «Su 400 donne straniere vuole sapere quante di loro frequentano il corso? Nove, solo tre le islamiche che hanno aderito, eppure sono proprio loro le più difficili, quelle più isolate. Le altre iscritte sono russe, un paio rumene, altre tre albanesi. Insomma, un vero e proprio flop». Un'affluenza che è una cartina di tornasole, specchio evidente di una realtà che resta divisa e spaccata. Due mondi che non si incontreranno, che non hanno interesse a farlo, neppure quanto ci sono le opportunità. «Mi spiace molto, l'amministrazione si era impegnata per andare loro incontro».Le musulmane qui sono tante, egiziane soprattutto, ma restano in gruppo tra loro, le vedo d'estate al parco, escono dopo le dieci di sera, con i bambini. L'anno scorso c'è stata pure una mega rissa, nata proprio da due di loro. Alla fine oltre sessanta persone sono rimaste coinvolte, volavano schiaffi e pugni. «Addirittura avevamo pensato anche di offrire loro un servizio di baby sitter, ovviamente gratuito, durante l'ora del corso. Insomma, non avevano alibi».

Bastava avere interesse, o forse il permesso.

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