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Iran-Russia: i due pesi sulle sanzioni

Mosca vessata nonostante abbia convinto il regime a rinunciare al nucleare

Iran-Russia: i due pesi sulle sanzioni

L'Iran canta vittoria per l'imminente revoca delle sanzioni e le petroliere sono già pronte a salpare a pieno carico. L'aspetto paradossale è che la Russia, dopo aver giocato un ruolo chiave nella mediazione internazionale con Teheran, sia ancora sottoposta a sanzioni europee e americane, che suonano sempre più assurde. Non solo la diplomazia russa ha dato man forte a convincere gli ayatollah a rinunciare alla corsa al nucleare in cambio della riabilitazione economica. Le forze di Mosca sono in prima linea contro lo Stato islamico con i raid in Siria. E pure la crisi nell'Est dell'Ucraina con la guerra sopita nel Donbass fa dei passi in avanti, anche se non ancora definitivi. Nonostante ciò la Russia viene punita, come se Vladimir Putin fosse il «cattivo» numero uno e gli ayatollah i «buoni», nonostante abbiano a che fare con le sanzioni fin dal 1979 con la rivoluzione khomeinista.

«Un grande giorno per il mondo» ha annunciato ieri a Vienna, il tessitore dell'intesa, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. Nelle stesse ore era previsto l'avvio dell'accordo sul nucleare e la revoca delle sanzioni, che tecnicamente scatterà con la pubblicazione dell'ultimo rapporto dell'Agenzia atomica sul rispetto degli impegni da parte di Teheran. Zarif si è incontrato a Vienna con il segretario di Stato americano John Kerry. Sempre ieri è venuta alla luce la trattativa segreta per un clamoroso scambio di prigionieri. Gli Usa stanno rilasciando sette iraniani e Teheran ha liberato cinque iraniani con cittadinanza o legami stretti con gli Stati Uniti. Il più famoso è il giornalista del Washington Post, Jason Rezaian. Gli altri sono un ex marine, un imprenditore e un pastore che si era convertito al cristianesimo. Lo scambio sta avvenendo attraverso la Svizzera.

Nella capitale austriaca Zarif ha incontrato anche l'Alto rappresentante europeo, Federica Mogherini, raggiante per l'accordo a tal punto da lanciare un tweet vittorioso con tanto di selfie assieme al ministro degli Esteri di Teheran. Peccato che Mogherini pare dimentichi il ruolo della Russia nella storica intesa e non alzi un dito, neppure dopo i tentativi falliti con la Ue del premier Renzi, contro le sanzioni alla Russia.

Secondo un recente studio del gruppo assicurativo-finanziario Sace la fine delle sanzioni a Teheran potrebbe portare a un incremento dell'export italiano nel paese degli ayatollah di quasi 3 miliardi di euro nel quadriennio 2015-2018. Le migliori opportunità riguardano i comparti della meccanica strumentale, del petrolio e gas oltre che i trasporti. Al contrario, la Coldiretti, ha stimato che le sanzioni alla Russia pesano sul made in Italy con un crollo delle esportazioni del 27,5%.

Solo nell'agroalimentare i danni sono di 20 milioni di euro al mese.

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