Coronavirus

In Irlanda il primo ritorno al lockdown dell'Ue. E la Spagna pensa a un coprifuoco generale

Il governo di Dublino torna al blocco totale. Aperte soltanto scuole, fabbriche e cantieri. Il caso Manchester fa litigare il Regno Unito. Stop locale in Baviera

In Irlanda il primo ritorno al lockdown dell'Ue. E la Spagna pensa a un coprifuoco generale

Tutto chiuso, tranne le scuole, le fabbriche e i cantieri. Tutti a casa, come a marzo. L'Irlanda diventa il primo Paese europeo a reintrodurre il lockdown sull'intero territorio nazionale e a entrare in quell'area nella quale finora nessun altro Paese del vecchio continente si è voluto spingere, temendo le pesanti ripercussioni economiche. Si parte alla mezzanotte di oggi, mercoledì, quando i negozi non essenziali dovranno abbassare le saracinesche. Per bar e ristoranti previsto solamente il servizio di asporto o di consegna. Ai cittadini sarà permesso di fare esercizio fisico solo entro cinque chilometri dalla propria residenza. I matrimoni saranno consentiti con un massimo di 25 ospiti. Vietati anche gli incontri tra famiglie, a meno che non avvengano in luoghi aperti come i parchi. E avanti così per sei settimane fino al primo dicembre. Obiettivo: salvare il Natale. Lo dice esplicitamente il primo ministro Michael Martin, ammettendo di aver fatto della Repubblica d'Irlanda «il regime più severo d'Europa» ma incoraggiando i cittadini: «Se terremo duro, avremo la possibilità di celebrare il Natale». Intervenire era necessario contro il coronavirus, che ha fatto oltre 1800 vittime in Irlanda e continua a dilagare. Sono poco più di mille i contagi ogni centomila abitanti. Un dato più basso di Spagna e Francia, le due malate d'Europa a quota 2000 e 1300 casi (ogni centomila abitanti), ma più alto di Italia (686), Russia (959) e Svizzera (870), dove pure il Covid dilaga. Unico micro-universo a salvarsi dalle restrizioni del governo di Dublino: la scuola. «Perché non possiamo e non permetteremo che il futuro dei nostri figli e dei nostri giovani sia un'altra vittima di questa malattia», spiega il premier.

Per un Paese che entra in lockdown nazionale, altri come la Spagna pensano invece a un coprifuoco nazionale e altri ancora avanzano con le chiusure a zone, dette anche lockdown locali. Il governo del premier Pedro Sanchez intende introdurre a livello nazionale lo stop a ogni attività serale e il divieto di uscire di casa (se non per motivi di lavoro o di salute), come previsto in Lombardia e Campania. Coprifuoco, insomma, anche a Madrid e nell'intera regione, che nelle ultime settimane ha registrato oltre 29mila casi mentre la Spagna tutta si avvicina a un milione di contagi complessivi e 34mila morti.

Chi invece è costretto a intervenire d'imperio è il primo ministro britannico Boris Johnson, che impone il lockdown all'area metropolitana di Manchester, passata al livello 3 di allerta, il massimo. Pub, bar e ristoranti dovranno chiudere dopo un braccio di ferro tra il premier e il sindaco della città, Andy Burnham, sugli aiuti economici per sostenere l'economia. I numeri sono impietosi per l'intera Gran Bretagna. Ieri le vittime del Covid-19 sono state 241 morti, il 68% in più della scorsa settimana e il numero più alto dal 5 giugno nel Paese europeo che conta più morti: oltre 43mila. I nuovi positivi ieri erano oltre 21mila. Tanto che l'esecutivo pensa a lockdown mirati anche in Yorkshire, Nottinghamshire e nel Nord-Est.

In Germania è la Baviera a chiudere. Qui per le prossime due settimane si potrà uscire di casa solo per ragioni di lavoro, acquisto di beni essenziali, passeggiate o sport e al massimo in compagnia di un membro della stessa famiglia. I positivi nel Paese sono stati poco più di 6.800 nelle ultime 24 ore ma i morti 47, per un totale che sfiora ormai le diecimila vittime.

Dall'Organizzazione mondiale della Sanità arriva la strigliata sulle quarantene. La metà dei 48 Paesi europei ha registrato un aumento di circa il 50% dei casi nell'ultima settimana.

«Non credo che la quarantena per il periodo appropriato sia avvenuta in maniera sistematica ovunque - ha spiegato il direttore delle emergenze Mike Ryan - ed è buona parte della ragione per cui stiamo assistendo a questi numeri alti».

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