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Israele non ci sta. Demolite le case dei jihadisti solitari

Non accadeva dal 2009: torna la politica degli abbattimenti per colpire i terrorist.i Ma il problema è la cecità dell'Occidente

Israele non ci sta. Demolite le case dei jihadisti solitari

Gerusalemme - La capitale di Israele ci è già passata, un video in ebraico spiega bene tramite un cartone con un ebreo terrorizzato e una canzone fatta di frasi semplici cosa deve succedere. Dice: ebreo, guarda a sinistra, guarda a destra, ora morirai, ti schiacciano, ti pugnalano, compra un biglietto e vattene. Via da Gerusalemme. Altro che due stati per due popoli. Gerusalemme dopo mesi di attentati guardati dal mondo con distacco e scetticismo, proprio come nel 2001 ai tempi dell'Intifada quando saltavano per aria autobus e ristoranti, adesso reagisce con terribile dolore per i suoi morti, ma anche con gesti decisivi. Le case dei terroristi verranno distrutte. Il funerale del sergente druso Zidan Zif ucciso ieri è stato celebrato dal presidente della Repubblica Reuben Rivlin e anche, fatto inusitato, dalla comunità ortodossa ebraica.

Netanyahu ha detto «Voglio vedere oltraggio su questo massacro, voglio vedere una denuncia internazionale». Peccato dover richiedere una cosa simile. Mentre la Cnn titolava con lapsus insopportabile «massacro in una moschea» e «quattro israeliani e due palestinesi morti» senza dire che i palestinesi erano i terroristi, mentre la Bbc , dopo i tanti morti palestinesi mostrati durante la guerra di Gaza, rifiutava di mandare in onda le immagini della strage della sinagoga, Obama ha fatto un discorsetto gelido: ha condannato come prescritto, e poi ha poi chiesto la cessazione della violenza da tutte due le parti, con incredibile ambivalenza morale. Il Papa condannando la violenza non ha usato la parola terrorismo. La Spagna ha pensato bene che fosse il momento di votare in Parlamento, a maggioranza, che il governo riconosca uno Stato palestinese. Sarebbe stato facile e onesto chiedere ad Abu Mazen di cessare dall'incitamento all'odio soprattutto su Gerusalemme suscitando l'attacco islamico. L'attentato di lunedì ha una faccia locale, ma l'uso, inspiegabile altrimenti, delle asce e i coltelli, strumenti rituali di uccisione islamista oltre alle pistole, fa sentire il respiro dell'Isis sul collo di Israele. Il diffondersi della sua ideologia non si fermerà in Palestina, finché Abu Mazen parlerà di «contaminazione ebraica di Al Aqsa» e instituirà «il giorno della rabbia» invece di fermare il terrore. Israele non ha amici nonostante le facce contrite di queste ore. Sta quindi cercando la sua maniera di difendersi dal pericolo ormai onnipresente. Era dal 2009 che non si applicava la legge che permette la distruzione delle case di terroristi. Il metodo era stato usato fra il 2001 e il 2005 quando con l'operazione «muro di Difesa» Sharon riuscì a bloccare l'Intifada dei terroristi suicidi.

Adesso ieri mattina all'alba un'esplosione ha distrutto la casa del terrorista Abdelrahman a Shaludi che uccise con l'auto Haya Zissel Baron, la bambina di tre mesi, e Karen Mosquera, di 22 anni, uccidendola, e fece molti feriti. Seguirono una serie di attentati simili, come quello che ha ucciso la 26enne Dalia Lamkus, o gli spari dalla moto a Yehuda Glick, o il soldato ucciso alla stazione di Tel Aviv. La strage per la strada è stata capillare e continua. «Ormai hai paura per i bambini che porti al nido, per chi prende l'autobus. Gerusalemme non è più sicura per nessuno». Da qui ieri la decisione sia di ripristinare le demolizioni, che dovrebbero spingere il terrorista a rifuggire da un'operazione che danneggerà la sua famiglia indelebilmente. Le forze dell'ordine di guardia alle strutture civili sono state aumentate. I quartieri arabi della città sono infiammati casa per casa, ieri altre manifestazioni con pietre e fuochi hanno scosso i quartieri di Gerusalemme est di Jabel Mukaber, Silwan, Isawiya.

La guerra di religione si è inghiottita la tanto esaltata causa palestinese, Abu Mazen giuoca col fuoco perché non capisce che lui stesso è agli occhi dei puristi islamisti degno delle peggiori punizioni. I siti di Fatah e di Hamas sono pieni di asce, di sangue, di mostruose incitazioni a uccidere, i palestinesi di Gerusalemme sono estatici per i morti ebrei, distribuiscono dolci per le strade e vogliono altri shahid.

E la Spagna chiede che sia dichiarato lo Stato palestinese, la Francia lo farà il 28 novembre.

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