Mondo

In Italia la mente dei rapimenti in Libia

Uno dei capi del Califfato nella zona in cui sono stati sequestrati i nostri connazionali aveva un passaporto rilasciato a Genova

In Italia la mente dei rapimenti in Libia

Due passaporti tunisini regolarmente rilasciati a Roma e Genova, se sono veri, oppure comprati nel nostro Paese, se risulteranno contraffatti, rappresentano il collegamento fra l'Italia ed il capo delle bandiere nere a Sabrata incenerito dai caccia americani il 19 febbraio. L'uomo dei passaporti era il tunisino Chouchane Noureddine, che potrebbe essere stato coinvolto nel rapimento dei 4 italiani in Libia appena concluso. Noureddine era accusato di aver pianificato le stragi dello scorso anno in Tunisia, che sono costate la vita a sessanta turisti, compresa quella al museo del Bardo del 18 marzo, dove sono stati uccisi 4 italiani. Classe 1980, era nato a Sidi Bouzid, la cittadina dove è scoccata la prima scintilla della primavera araba. Noureddine aveva impiantato da tempo un campo di addestramento alle porte di Sabrata facendo transitare in Libia i combattenti tunisini dello Stato islamico. Da questo campo sarebbero partiti i terroristi suicidi del museo il Bardo, nella capitale tunisina e della spiaggia di Sousse.Il 19 febbraio una coppia di caccia F 15 Usa ha colpito la base uccidendo Noureddine ed una cinquantina di jihadisti. Ieri il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha rivelato che l'attacco americano era stato «coordinato con la coalizione internazionale anti Isis» di cui fa parte l'Italia. I nostri servizi, però, sapevano che nella zona di Sabrata erano tenuti in ostaggio i quattro tecnici italiani sequestrati lo scorso 19 luglio. Il raid ha rotto gli equilibri scatenando la guerra fra milizie locali e bandiere nere. Il risultato è che gli ostaggi Salvatore Failla e Fausto Piano sono stati uccisi.Dopo il bombardamento Usa e durante i combattimenti sono stati ritrovati nei covi dello Stato islamico diversi documenti postati sulle pagine Facebook dei miliziani anti Califfo.Fra questi due passaporti tunisini intestati a Noureddine, il capo del Califfato locale obiettivo del raid Usa con la sua foto da sbarbato. Il primo è stato apparentemente rilasciato il 22 gennaio 2011 dal consolato tunisino di Genes, Genova in francese. Una fonte del Giornale sostiene che «ha vissuto a lungo nel capoluogo ligure». Il secondo dall'ambasciata a Roma 4 giorni dopo. Se non sono falsi è possibile che Noureddine, forse non ancora conosciuto come terrorista, abbia chiesto un duplicato. Oppure, se fossero contraffatti, li ha comprati per tornare di corsa in Tunisia dove la primavera araba stava prendendo il sopravvento sul regime di Ben Alì.Questi primi due passaporti, che legano Noureddine all'Italia, scadevano nel gennaio 2016. Fra i documenti ritrovati nei covi jihadisti di Sabrata è spuntato anche un terzo passaporto ancora valido fino al 12 novembre 2017. Il capo delle bandiere nere lo aveva ottenuto in Tunisia nel 2012, quando probabilmente non era ancora latitante. Solo la foto tessera è cambiata rivelando la deriva jihadista. Il tunisino, allora trentaduenne, si era tagliato i capelli a zero e pure i baffi, come i salafiti, lasciandosi crescere un barbone islamista.Secondo gli addetti ai lavori la richiesta di un nuovo passaporto con gli altri due apparentemente rilasciati in Italia ancora validi fa sospettare che si trattasse di documenti contraffatti o forniti chissà come dalle rappresentanze diplomatiche tunisine nel nostro paese nel caos del crollo del regime a causa della primavera araba.In seguito Noureddine si è trasferito a Sabrata, dove ha organizzato gli attacchi suicidi in Tunisia contro i turisti. Al Bardo sono stati uccisi 4 italiani approdati a Tunisi, guarda caso, poche ore prima dell'attacco con le navi passeggeri della Costa crociera, che ha la sede principale a Genova. La stessa città dove sarebbe vissuto il futuro capo della bandiere nere fino al 2011. Nei giorni dell'attacco al museo il giornalista Toni Capuozzo era stato il primo a dichiarare senza ombra di dubbio: «L'obiettivo sono gli italiani. Non si tratta di un attacco casuale».I quattro tecnici della società Bonatti rapiti lo scorso luglio stavano rientrando dalla Tunisia in Libia. Il loro autista li ha venduti ad un parente vicino allo Stato islamico secondo la ricostruzione più accreditata a Sabrata. Possibile che il capo delle bandiere nere nell'area, Chouchane Noureddine, con i suoi passaporti veri o contraffatti che lo collegano al nostro Paese fosse all'oscuro del rapimento?www.

gliocchidellaguerra.it

Commenti