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FdI: "Stop al consumo di carne di cane e gatto per scopi alimentari"

Fratelli d’Italia mira ad introdurre il divieto di consumo della carne degli animali domestici alla luce "dei fenomeni migratori che hanno portato alla presenza sul territorio nazionale di comunità provenienti da Paesi in cui la carne di cane è una specialità gastronomica"

FdI: "Stop al consumo di carne di cane e gatto per scopi alimentari"

Paese che vai, usanze che trovi. Se in Cina, Vietnam, Laos e Nigeria la carne di cane e gatto è considerata una prelibatezza, in Italia l’utilizzo degli animali da compagnia a scopo alimentare è visto come una vera e propria aberrazione. Solo in tempi di guerra e carestia, nei ricordi degli anziani, esistono testimonianze di questa pratica. Dettata dalla disperazione e dalla fame.

Eppure, in Italia, non esiste una legge che vieta il consumo delle carni dei nostri amici a quattro zampe. Sembrerà assurdo ma è così. Anche al di là dell’oceano la situazione era simile fino a pochissimo tempo fa. Il “Dog and Cat Meat Prohibition Act”, infatti, è stato approvato dalla Camera statunitense solo a settembre di quest’anno. In Svizzera ed Inghilterra, invece, la carne di cane non si può comprare né vendere ma, a proposito del consumo, la normativa tace.

Tornando al Belpaese, dove la sensibilità verso il benessere degli animali ed i loro diritti è andata via via crescendo, le cose potrebbero cambiare. È di qualche settimana fa la proposta di legge, presentata da Fratelli d’Italia al Senato, che mira a colmare il vuoto normativo aggiungendo al codice penale un articolo ad hoc: “Chiunque consumi carni di cani e di gatti è punito con la reclusione da quattro mesi ad un anno di carcere e una multa da mille a cinquemila euro”.

Questa “lacuna”, secondo il senatore Adolfo Urso, primo firmatario della proposta, è “tanto più evidente a fronte dei fenomeni migratori che hanno portato alla presenza sul territorio nazionale di comunità provenienti da Paesi in cui la carne di cane è una specialità gastronomica” e le modalità di macellazione “spesso cruente” configurano “gravissime forme di maltrattamento degli animali”.

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