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Italicum, la giravolta di Renzi: "Cambiamolo, sono sincero"

Il diktat di Napolitano: "L'Italicum va cambiato". Renzi promette: "Parliamone". Ma rischia di essere l'ennesimo bluff

Italicum, la giravolta di Renzi: "Cambiamolo, sono sincero"

Che sia una reale apertura o uno dei suoi soliti bluff lo scopriremo solo nelle prossime settimane. Ma, ai microfoni di TeleNorba, Matteo Renzi ha aperto alla minoranza dem che chiede una modifica della riforma elettorale. "L'Italicum non piace? E che problema c'è - ha detto il presidente del Consiglio - discutiamola, approfondiamola, ma facciamo una legge elettorale migliore di questa, non accetteremmo mai una legge elettorale peggiore di questa. La mia apertura è vera, sincera". Una mossa estrema per conservare la poltrona in un momento di massima difficoltà.

Le parole di Renzi suonano come una apertura dopo il diktat di Giorgio Napolitano. "Dovrebbe essere interesse di Renzi - ha spiegato oggi l'ex capo dello Stato in una intervista a Repubblica - promuovere una ricognizione tra le forze parlamentari per capire quale possa essere il terreno di incontro per apportare modifiche alla legge elettorale". Quella chiesta da Napolitano è, in primis, una apertura nei confronti dei "ribelli" dem che da tempo gli chiedono di rivedere l'impianto dell'Italicum. Eppure sono stati proprio Renzi e l'allora presidente della Repubblica Napolitano a volere a ogni costo questa legge elettorale. Tanto che l'hanno disegnata su misura di un Pd che alle europee aveva sfondato il muro del 40% grazie alla mancia degli 80 euro.

"Il governo ha imposto questa legge elettorale e l'ha sempre difesa a spada tratta - tuona il presidente dei deputati azzurri, Renato Brunetta - adesso il premier mai eletto sembra aver cambiato idea pur di restare attaccato alla poltrona". A dispetto di quanto detto e ridetto nelle scorse settimane, infatti Renzi sembrerebbe pronto a intervenre subito per cambiare l'architettura dell'Italicum.

"Io non do importanza alla decisione della Consulta, anche se dice sì, noi siamo pronti a cambiarlo se serve - spiega ai microfoni di TeleNorba - una legge elettorale la si può cambiare in tre mesi, in cinque mesi, una riforma costituzionale 'no'".

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