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Iugend Rettet, Ong di nuovo nei guai: indagato l'equipaggio

Dopo il sequetro della nave Iuventa, ora nel mirino della procura i Trapani ci sono i membri dell'equipaggio della Ong tedesca Iugend Rettet

Iugend Rettet, Ong di nuovo nei guai: indagato l'equipaggio

Continuano le indagini della procura di Trapani. E dopo il sequestro della nave "Iuventa", disposto lo scorso agosto, e l'apertura dei fascicoli ai danni dei comandanti Jakob Shroter e Jonas Buya, ora a finire nel mirino sono alcuni membri dell'equipaggio della "Iugend Rettet".

L'Ong urla già alla "criminalizzazione" da parte delle "autorità italiane", rivelando che è stata informata di "iniziative concrete di indagine nei confronti dei singoli componenti dell'equipaggio". La Iugend Rettet è accusata di favorire l'immigrazione clandestina, dopo che il lavoro investigativo ha fatto arrivare a documentare "incontri in mare" tra Ong e libici, sebbene - spiegava Ambrogio Cartosio - "escludo che qualcuno abbia agito per scopi di lucro, mentre sono presenti gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato del favoreggiamento dell'immigrazione clandestina".

Nelle prime pagine dell'ordine di sequestro della nave, come rivelato a suo tempo dal Giornale, si legge che "membri dell'equipaggio della motonave Iuventa appartenente alla Ong Jugend Rettet in data 18.6.2017 si incontravano in acque internazionali con trafficanti libici a bordo delle rispettive imbarcazioni, quindi facevano momentaneo ritorno presso la motonave Juventa (mentre i trafficanti libici si dirigevano vero le acque libiche), e, da ultimo, si incontravano nuovamente con i trafficanti libici che questa volta scortavano una imbarcazione con a bordo dei migranti che venivano poi trasbordati sulla motonave Juventa e, al termine dell'operazione prelevavano dall'imbarcazione utilizzata dai migranti il motore e facevano ritorno in acque libiche".

Per la Ong però l'indagine a carico dei membri dell'equipaggio "si tratta di un ulteriore passo politico per criminalizzare il salvataggio marittimo e scoraggiare attivisti. Ad oggi, dopo quasi un anno, non vi è alcuna prova di un crimine da parte dell'associazione o di individui". Per i tedeschi si tratta di "misure politiche che si inseriscono nel contesto degli eventi delle ultime settimane. L'area tra Libia e Italia è lasciata alle milizie libiche che fungono da buttafuori dell'Europa per il ritorno illegale dei rifugiati. Questo fatto non solo mette in pericolo il salvataggio e la protezione delle vite umane, ma rende tutto questo invisibile". Sophie Tadeus, membro del Cda di Jugend Rettet, su Twitter condanna "con forza" la decisione della Procura di Trapani e chiede "l'immediata cessazione di questo processo politico". La speranza, per Iugend Rettet, è quella di poter tornare presto in mare.

Ma per ora la Iuventa resta sotto sequestro.

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