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Iva e cuneo, i miracoli tristi di Giuseppi

Le promesse giallorosse fanno rimpiangere l'abolizione della povertà

Iva e cuneo, i miracoli tristi di Giuseppi

Da «abbiamo abolito la povertà» a «non aumentiamo l'Iva». Anche la propaganda non sorride più. Nessuno esulta sul balcone vendendo miracoli al popolo, anche il premier Giuseppe Conte ci prova a imbellettare i magri risultati prospettati dalla nota di aggiornamento al Def appena approvata tra furiose liti nella maggioranza. Del resto, l'unico obiettivo del Conte Uno che il Conte Bis si avvicina a centrare è l'aumento del deficit. I gialloverdi ambivano a sforare del 2,4% del Pil e provocarono l'altolà dell'Europa e le feroci critiche dell'opposizione, con il Pd in prima linea. Con un gioco di prestigio, pur di non perdere la faccia dopo il proclama di Luigi Di Maio dal balcone, Rocco Casalino escogitò la cifra del 2,04%. Il nuovo governo non ha bisogno di simili trucchetti: riscuote il credito per aver contribuito a eleggere la nuova presidente della Commissione europea Ursula van der Leyen e annuncia un deficit/Pil del 2,2 per cento. A cui si aggiunge una previsione di recupero dell'evasione irrealisticamente gonfiata a sette miliardi di euro. In questi numeri sta tutto lo spazio di manovra cui il governo attingerà per pagare la cambiale al proprio elettorato.

Tra le mirabolanti promesse della prossima manovra infatti, il Pd, con una nota firmata da Pietro Bussolati, membro della Segreteria nazionale, annuncia che sono stati «centrati» gli «obiettivi che il Pd ha posto al centro dell'agenda di Governo». E quali sono? «Stop all'aumento dell'Iva, inizio del percorso di riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti, 50 miliardi per il fondo green e nuova occupazione con i lavori verdi, asili nido gratis».

La nota simula entusiasmo ma è una mano di vernice sbiadita. Quanto allo stop dell'aumento dell'Iva, dato per certo appena poche ore prima del consiglio dei ministri in cui il Pd si è dovuto arrendere all'asse Di Maio-Renzi, Conte annuncia la «sterilizzazione» dell'imposta grazie al fatto di «aver trovato i 23 miliardi».

Espressione che scatena l'ironia dei social: «In che strada li ha trovati? Provo a passarci anche io». Tra l'altro, non c'è alcuna certezza che l'aumento dell'Iva sia definitivamente evitato. Luigi Marattin (in foto), renziano di Italia Viva, stana il Pd, che ora vanta tra i propri successi lo stop Iva, pizzicando Dario Franceschini «(Proponevi di aumentare di 5 o addirittura 7 miliardi di euro il gettito Iva. Se hai cambiato idea, buon segno!»). Ma il ministro per l'Economia Roberto Gualtieri continua a progettare una rimodulazione delle aliquote, che comporterebbe comunque un rincaro per una parte dei consumatori. Ancor più timido è «l'inizio della riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti». Le risorse sarebbero sufficienti a garantire cifre mini (si parla di 40 euro) da dare ai soliti noti, gli stessi che hanno già percepito gli 80 euro: dipendenti, soprattutto della pubblica amministrazione, platea elettorale corteggiata sia dal Pd che dal M5s. Sugli investimenti «green» ironizzano pure i Verdi: «Dalla Germania 100 miliardi in 10 anni, noi 50 in 15 anni...». Effetti previsti: crescita zero.

L'anno bellissimo può aspettare.

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