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Ivanka: onori, riflettori e gaffe. Ora si lancia nella diplomazia

La figlia consigliera del presidente Trump lo ha seguito nel suo tour. Ritagliandosi un ruolo di primo piano

Ivanka: onori, riflettori e gaffe. Ora si lancia nella diplomazia

Figlia, consigliera e ora anche diplomatica. Poi, che altro? A celebrare una settimana di successi, al fianco dei capi di Stato e di governo del mondo, prima al G20 di Osaka e poi, oltre il 38esimo parallelo, per la breve ma memorabile visita in Corea del Nord, non c'è solo Donald Trump. Al seguito del presidente, in un tour diventato una passerella internazionale senza precedenti, c'era la «First Daughter» Ivanka, la prediletta del tycoon, 37 anni, quarta dei cinque eredi di Donald (secondogenita della prima moglie), prescelta per il ruolo di «consigliere senior» della Casa Bianca con il marito Jared Kushner.

Ivanka ha presenziato ai bilaterali del summit giapponese, compreso quello con il presidente cinese Xi Jinping, era al fianco del primo ministro giapponese Shinzo Abe e della regina Maxima d'Olanda al Forum sulle donne, era fra i delegati presenti alla storica stretta di mano con Kim Jong-un e lei stessa ha varcato il confine nord-coreano. Il tutto mentre un video di cui è co-protagonista, tra i Big del pianeta, faceva il boom di visualizzazioni in Rete. Diffuso dal governo francese, il filmato mostra Ivanka che si inserisce durante una conversazione tra il presidente Macron, il primo ministro canadese Trudeau, la premier inglese May e il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. Ed è proprio la leader francese a suscitare commenti spietati e ilarità sul web, facendosi notare quando Ivanka interviene. Lagarde fatica a rivolgere lo sguardo alla Trump junior mentre parla, quasi a non riconoscerle un ruolo. Poi alza il sopracciglio allibita che la «first daughter» intervenga, pure a sproposito, nella conversazione.

Eppure Ivanka ha imperversato. Presenzialista alle cerimonie ufficiali e protagonista di altri filmati, quelli pubblicati dalla Casa Bianca, in cui offre un resoconto dei bilaterali e trilaterali avvenuti a margine del G20. Incarichi fuori e oltre il suo ruolo istituzionale di consigliera. Compiti in genere affidati agli addetti alla sicurezza nazionale e di solito svolti tramite comunicati scritti. Ma Ivanka è ormai la donna immagine dell'amministrazione. E al G20 di Osaka e in Corea ha avuto la strada spianata e i riflettori puntati. Ai due appuntamenti non solo mancava la «first lady» Melania, che ha declinato gli inviti senza nemmeno spiegare il perché (e chissà se la presenza di Ivanka è fra le ragioni). Tra i grandi assenti c'era il Consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, il «falco» dell'amministrazione scettico sull'apertura al regime di Kim. Un'anomalia che ha consentito un rimescolamento di ruoli e funzioni, in cui Ivanka e il marito Kushner non sono mai mancati, anzi sono stati ovunque ospiti d'onore, posti in prima fila garantiti, nonostante qualche imbarazzo (il video con la Lagarde) e pure qualche gaffe che ha mostrato l'ingenuità diplomatica di Ivanka. In uno dei video, la «First daughter» chiama l'India «alleato», espressione che i veri diplomatici americani si guardano bene dall'utilizzare.

Tra i grandi presenti alla maratona diplomatica c'era invece il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, che pure ha finito per essere funzionale alla passerella di Ivanka. «La Bella e la Bestia» li ha definiti Trump, mentre li chiamava a parlare alle truppe americane sul palco della Base aerea Usa di Osan, in Corea del Sud. Riflettori e onori che hanno fatto storcere il naso all'opposizione, con Alexandria Ocasio Cortez che attacca: «Essere la figlia di qualcuno non è una qualifica per la carriera». E l'ex ambasciatore americano in Sud Corea, Christopher R. Hill che spiega: «Perdiamo in credibilità. Diamo l'impressione di essere una monarchia costituzionale».

Trump, dal canto suo, non perde occasione per incensare la favorita di casa. Ha già fatto sapere che l'avrebbe voluta ambasciatrice Onu e pure capo della Banca Mondiale, salvo poi desistere per evitare l'accusa di nepotismo. Intanto il web si scatena con l'hashtag #Unwantedivanka, Ivanka indesiderata. La prediletta di Donald imperversa nei fotomontaggi: al fianco di Martin Luther King e di Winston Churchill.

Ma l'ascesa della First Lady potrebbe non essere affatto uno scherzo.

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