Politica

Jacko, quel suo alter ego con lo stesso destino

Michael Jackson e il filo rosso che lo lega al folletto di Minneapolis

Antonio Lodetti

La morte del folletto di Minneapolis ha lasciato il segno. Non solo su legioni di fan ma anche sul mondo del pop in generale. Piange il suo maestro Stevie Wonder (che aveva cantato con lui l'anno scorso alla Casa Bianca) ricordando: «Se n'è andato un soldato dell'esercito dell'amore». Anche Spike Lee ha organizzato una megafesta a Brooklyn per ricordarlo.Il mondo è spiazzato dalla scomparsa di Prince - in attesa di scoprire dall'autopsia se se n'è andato per una overdose di eroina - a 7 anni dalla fine dell'altro supergenio del pop: Michael Jackson. Prince e Jacko sono uniti dallo stesso destino: il successo megagalattico, l'ego spropositato, i ritiri dalla scena, il declino, la morte prematura...

Prince non ha venduto 750 milioni di dischi come Michael (del resto non ha neppure lasciato 500 milioni di dollari di debiti!) ma è stato senz'altro un musicista più completo. Hendrixiano convinto e fanatico dei Led Zeppelin, era un chitarrista dalle doti eccezionali sia nei virtuosismi che nei colori del suo strumento; era anche un polistrumentista formidabile e un autore prolifico di estrema creatività. Purple Rain e Sign O' the Times - seppur lontani anni luce dallo stile di Jackson - se la giocano in popolarità con Thriller e Bad. I due artisti-rivali avrebbero anche dovuto collaborare nel disco Bad. Prince doveva cantare in duo con Michael in un brano dell'album, ma all'ultimo momento non si trovò l'accordo su chi doveva cantare una strofa e chi l'altra e il progetto saltò. Fu allora che Prince, stizzito, dichiarò che il titolo più adatto all'album sarebbe stato «Pathetic». Un rapporto di amore-odio tra i due, re incontrastati nel pantheon del pop con le loro follie, le loro bizzarrie, i loro scandali ma soprattutto con le loro meravigliose canzoni. Come si potrà mai dimenticare una lenta e sontuosa ballata epica come Purple Rain? Di fronte ad essa non c'è mix trascinante di soul e pop di Jackson che regga il confronto. Prince era più amato dagli amanti del rock; Jackson da quelli del soul e del pop raffinato e sofisticato fino all'estremo. Prince era più vario, Michael più istrione, anche se entrambi erano dei giganti nella spettacolarità. Anche il mistero della morte (per ora) li unisce: per Prince si parla di overdose di eroina. Michael Jackson morì d'infarto in seguito a una overdose di farmaci. Tutti e due scomparsi prematuramente (50 e 57 anni) mentre rimettevano in equilibrio la loro favolosa carriera. Michael aveva programmato una mostruosa serie di 50 concerti; Prince aveva inciso tre album negli ultimi due anni e si esibiva con il suo trio al femminile 3rdEyeGirl (l'ultimo concerto la settimana scorsa ad Atlanta). Anche con Madonna, nonostante il loro flirt, i rapporti non furono idilliaci. Nell'89 Prince duettò con lei in Love Song (contenuta in Like a Prayer) e suonò la chitarra, senza essere neppure citato, in molti pezzi dell'album. Era previsto anche il musical di Like a Prayer, ma venne annullato per i continui litigi tra le due popstar.

Madonna fu anche la responsabile della fuga di Prince dalle case discografiche: «Lei veniva strapagata godendosi la promozione - dichiarò nel 2013 - ma noi facevamo il lavoro sporco».

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